August Underground

august-undergrounddi Fred Vogel (Stati Uniti, 2001)

Fred Vogel (classe 1976) è un regista. O forse no. Sicuramente conosciamo la sua esistenza soprattutto grazie ai social network, anche perché nell’epoca dell’analogico sarebbe stato davvero arduo scoprire e recuperare le sue pellicole. Quello di Vogel non è neppure cinema, ma proprio questo azzeramento di qualsiasi canone estetico ha trovato nel mondo una manciata di estimatori: dopo “August Underground” infatti, la Toe Tag Pictures ha avuto il coraggio di produrre due sequel, “August Underground’s Mordum” (2003) e “August Underground’s Penance” (2007), girati sicuramente meglio ma non per questo più appetibili del loro illustre predecessore. Parliamone.
Una serie di immagini sgranate ci conducono all’interno di una cantina, dove due psicopatici stanno seviziando una ragazza legata e incerottata, con segni di tortura evidenti sul corpo (sangue dappertutto, un capezzolo reciso ed escrementi di contorno). La qualità del filmino è talmente amatoriale che in alcuni momenti si stenta a capire cosa stia realmente accadendo, ma quello di Fred Vogel è un found footage volutamente squallido e sporco (girato in versione MiniDV), senza alcuna pretesa stilistica o narrativa. Non si capisce un cazzo, ma va bene così, almeno per lui.
Il regista interpreta uno dei due malati di mente, ma l’assenza assoluta di un plot a lungo andare crea un senso di assuefazione indicibile, un passo importante verso la narcolessia definitiva: basta guardare i primi cinque minuti del film per avere già una visione completa del progetto targato Vogel, settanta minuti di violenza gratuita, gore e sadismo come raramente era successo prima nel circuito horror indipendente. Praticamente un finto snuff movie che si morde la coda, intervallato da scene di quotidianità piuttosto superflue che fungono da puro riempitivo (i due protagonisti non si dedicano soltanto alle mostruosità in cantina, ma girano anche per la città senza che accada nulla di particolarmente curioso, a parte il linguaggio volgare incentrato sui vari fuck d’ordinanza).
“August Underground” è tutto qui: perversione, caos, noia a profusione e nessun substrato concettuale a giustificare almeno in parte quanto di becero scorra sullo schermo. Il cinema estremo non è questo, anche se qualcuno negli anni ha cercato di farvelo credere a tutti i costi. Fred Vogel si è divertito come un matto a girare questa roba, ma lo ha fatto probabilmente per se stesso, fregandosene altamente del parere di noi appassionati. L’importante è che se ne parli e infatti lo stiamo facendo, nonostante tutto.
The sickest film ever made” recita lo slogan. Anche il più inutile però, qui c’è da piangere per aver buttato un’ora abbondante della propria esistenza.

1

(Paolo Chemnitz)

aug

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