The Killing Of America

di Sheldon Renan (Stati Uniti, 1981)

A cavallo tra i 70s e gli 80s gli Stati Uniti hanno vissuto una drammatica stagione legata alla criminalità (“while you watched this movie, five of us were murdered”), il risultato di enormi disparità sociali e razziali che ovviamente si sommavano alla libera diffusione delle armi da fuoco. “The Killing Of America” è uno shockumentary riesumato in tempi recenti dalla Continua a leggere

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Patrick

di Richard Franklin (Australia, 1978)

La lunga e affascinante strada percorsa dal cinema di genere australiano non sarebbe stata tale senza l’apporto di “Patrick”, un lavoro all’epoca snobbato in patria ma sorprendentemente apprezzato all’estero. Quello di Richard Franklin, pur non essendo un horror da consegnare ai posteri, diventa così in breve tempo il film portabandiera dell’intera Continua a leggere

Van Diemen’s Land

di Jonathan Auf Der Heide (Australia, 2009)

Probabilmente qualcuno di voi conosce già il significato di Van Diemen’s Land, era infatti il 1988 quando gli U2 fecero uscire un brano omonimo sul loro album “Rattle And Hum”. Il riferimento è al vecchio nome della Tasmania (un’isola a sud dell’Australia utilizzata dai britannici come colonia penale per alcuni decenni dell’800), una terra fredda e Continua a leggere

Hope

di Lee Joon-Ik (Corea del Sud, 2013)

Durante lo scorso decennio, in Corea del Sud si sono distinti un paio di film entrambi legati da una tematica molto delicata, quella incentrata sugli abusi sessuali nei confronti dei minori: se “Silenced” (2011) ha sbaragliato la concorrenza al Far East Festival di Udine, questo “Hope” (di due anni successivo) ha trovato comunque tanti estimatori in giro Continua a leggere

The Devil All The Time

di Antonio Campos (Stati Uniti, 2020)

Già dal titolo, “The Devil All The Time” non lascia presagire nulla di buono, perché il diavolo (il male in questo caso) appartiene a ogni epoca e si rinnova di generazione in generazione, come una pesante eredità tra padre e figlio. Non a caso il film prende vita durante la Seconda Guerra Mondiale e si chiude con il conflitto del Vietnam ormai parte Continua a leggere

The Dentist

di Brian Yuzna (Stati Uniti, 1996)

Non venitemi a dire che dal dentista ci andate sempre con nonchalance, sarebbe davvero difficile credervi. Tuttavia non è stato semplice per il mondo del cinema raccontare una delle fobie più diffuse tra la gente: questo lo sapeva a suo tempo anche Brian Yuzna, artefice di un film che lambisce solo in parte l’aspetto di cui sopra, focalizzandosi Continua a leggere

White Dog

di Samuel Fuller (Stati Uniti, 1982)

La censura non ci piace, figuriamoci poi quando il suo metro di giudizio travisa il significato portante di un film, facendolo passare come qualcosa di razzista e diseducativo. Praticamente il caso di “White Dog” (tratto da un romanzo di Romain Gary), una pellicola sfortunata e maledetta diretta da un Samuel Fuller quasi a fine carriera. La Continua a leggere

La Seduzione

di Fernando Di Leo (Italia, 1973)

“La Seduzione” è un film praticamente contemporaneo alla celebre trilogia del milieu diretta da Fernando Di Leo, un motivo (tra i tanti) per il quale questa pellicola non ha mai ricevuto le doverose attenzioni. Qui entriamo a gamba tesa dentro un genere di (melo)dramma morboso da leggere in ottica antiborghese, un filone piuttosto sfruttato Continua a leggere

L’Armata Delle Tenebre

di Sam Raimi (Stati Uniti, 1992)

Grazie a un budget molto più sostanzioso rispetto ai primi due capitoli della trilogia, nel 1992 Sam Raimi decide di cambiare quasi completamente le carte in tavola, spostando le (dis)avventure di Ash da un bosco spettrale a un Medioevo fantasy popolato di mostri e di altre orripilanti creature. La storia in qualche modo si riallaccia al finale Continua a leggere

Bambole E Sangue

di Paul Bartel (Stati Uniti, 1972)

“Bambole e Sangue” (“Private Parts”) segna il debutto ufficiale sulla lunga distanza per Paul Bartel (1938-2000), attore e regista newyorkese conosciuto soprattutto per la regia del distopico “Death Race 2000” (1975). Con un budget piuttosto risicato, Bartel ambienta la sua storia all’interno di un vecchio albergo, lasciandosi ispirare dal cinema di Alfred Hitchcock Continua a leggere