di Alexandre Bustillo e Julien Maury (Francia, 2007)
Se dovessimo scegliere i tre film più rappresentativi della famigerata new wave of french horror, accanto a titoli ormai celebri come “Alta Tensione” di Alexandre Aja o “Martyrs” di Pascal Laugier, “Inside – À l’Intérieur” rappresenta il tassello perfetto che racchiude molte prerogative di questa importante ondata transalpina (qualcun altro potrebbe inserire il più abbordabile “Frontier(s)”, ma navighiamo una spanna sotto ai titoli succitati).
“Inside” è un horror brutale, disturbante e realmente efferato, con un titolo che richiama il grembo materno ma anche l’interno di un’abitazione, luogo principale dove si svolgono gli eventi. Sarah è una giovane ragazza al nono mese di gravidanza, poche settimane prima si è salvata miracolosamente da un incidente stradale da lei provocato, nel quale è morto il suo fidanzato. Presto le sue notti non saranno più tranquille: una donna misteriosa infatti appare nel buio fuori dalla sua finestra per poi riuscire successivamente a penetrare nella casa, ingaggiando una caccia al topo senza esclusione di colpi con la malcapitata ragazza incinta. In seguito scopriamo anche le ragioni di tale gesto, un continuum straziante di sangue e violenza che ci lascia atterriti e nascosti in un angolo come se quelle forbiciate potessero arrivare anche sul nostro corpo da un momento all’altro.
Alexandre Bustillo e Julien Maury quando girarono questo film avevano le idee chiare: partire praticamente con le coordinate tipiche di un home invasion (presenza sconosciuta che si aggira attorno alla casa, tensione palpabile e irruzione nell’appartamento) per poi planare sullo splatter più ferale e devastante (un grembo materno al centro di alcune situazioni forti non può che disturbare lo spettatore e forse ancor di più le spettatrici).
Il duo di registi cita celebri sequenze di “Halloween” (1978), soprattutto quando vediamo la figura in cima alle scale con le forbici in mano, scelte consapevoli e volute anche perché l’attrice Béatrice Dalle (suo il ruolo della donna che entra nell’abitazione) visionò il capolavoro di Carpenter proprio per cercare l’ispirazione per quelle scene così importanti. Il ruolo della Dalle merita un ulteriore approfondimento, visto che l’attrice in questione qui incarna magistralmente una delle figure femminili più folli e malate in ambito horror contemporaneo (la sua prova è stratosferica), risultando una delle carte vincenti del film.
“Inside” è l’anello di congiunzione ideale tra nascita e morte, un filo che oscilla tra il destino di due protagoniste solo in apparenza diverse tra loro, ripensando proprio a quel cordone ombelicale legato indissolubilmente all’elemento materno. Respirate profondamente e poi tuffatevi nel malessere diffuso che genera la visione di questa pellicola, resterete con il fiato sospeso in attesa di capire cosa realmente stia accadendo in quella casa. “Inside” può essere considerato come una pietra miliare dell’horror estremo del nuovo millennio, peccato che successivamente i registi non siano riusciti a ripetersi su tali livelli, parliamo del discreto “Livid” (2011) e dell’innocuo “Aux Yeux Des Vivants” (2014). Ma mai dire mai.
(Paolo Chemnitz)