Halloween

halloweendi John Carpenter (Stati Uniti, 1978)

Il prossimo anno “Halloween” compie quarant’anni. In tutto questo tempo si sono susseguiti sequel, prequel e reboot (ci ha provato anche Rob Zombie con risultati discutibili), ma oltre alle vicende di Michael Myers, le pellicole dedicate a questa celebrazione si sono moltiplicate in modo esponenziale, tra antologie horror e filmetti vari che hanno provato a sfruttare al meglio l’iconografia legata alle Notte delle Streghe. Quello di John Carpenter rimane però l’unico film ancora oggi capace di elevarsi al di là del significato intrinseco di questa festa tanto amata dai bambini. “Halloween” non è solo un proto-slasher incentrato su un assassino seriale appena fuggito da un manicomio, ma è uno stato mentale: è un film sul Male (scritto in maiuscolo), sull’angoscia strisciante che prende di mira alcuni abitanti di una tranquilla cittadina di provincia, Haddonfield.
Tutto ha inizio nel lontano 1963, quando un bambino (il giovane Michael) uccide a soli sei anni la sorella maggiore a coltellate. Un incipit da brivido, che cita le soggettive di Dario Argento e trasforma ogni inquadratura in una scarica di tensione assoluta, uno stile che segna in maniera indelebile la carriera di John Carpenter, capace di ottenere il massimo anche da un semplice movimento di mdp. Il resto non ha bisogno di ulteriori elogi, la formula contenuta in “Halloween” è il risultato di un mix perfetto: attori in stato di grazia (sia il navigato Donald Pleasence, sia la debuttante Jamie Lee Curtis), una colonna sonora semplice ma da incubo (“Profondo Rosso” era piaciuto proprio tanto a Carpenter!) e poi ancora ombre, attese, paura, tanta paura.
Il sangue non riveste quel ruolo fondamentale come in molti altri horror di successo, perché “Halloween” è crudele e ferale nei suoi aspetti psicologici, non in ciò che mostra. Le atmosfere infatti tolgono il respiro: il film, soprattutto nella prima parte, si identifica con gli spazi urbani di questa cittadina dell’Illinois (in realtà ci troviamo in California), un reticolo di strade contornate da cespugli e villette, a voler circoscrivere il luogo unico nel quale si manifesta la presenza malevola del killer. Suggestioni che hanno fatto scuola, anche perché sappiamo che c’è qualcuno che sta per entrare in azione ma quell’azione è continuamente rimandata, lasciando sia le vittime che gli occhi dello spettatore in apprensione costante. Michael Myers spia, scruta, osserva, lo percepiamo ovunque anche se appare soltanto nei momenti clou.
Quando poi calano le tenebre, il cinema carpenteriano detta legge, perché proprio al buio emerge quell’inconscio che ci prende per il collo, sbattendoci in un angolo in attesa che accada qualcosa. Il protagonista agisce nella nostra mente come un Boogeyman, quel timore infantile collocato dentro un armadio (qui però capace di ribaltare ogni prospettiva): Myers infatti irrompe nel nostro spazio e siamo noi a doverci nascondere da qualche parte, restando in silenzio e osservando quei contorni di una maschera neutra che incute terrore più di tante altre viste sullo schermo. Ancora una volta Carpenter lascia confluire la tematica dell’assedio con l’immaginario horror, una lenta invasione di un orrore sovrannaturale e impalpabile che permette ad “Halloween” di essere il collante tra l’esperienza di “Distretto 13: Le Brigate Della Morte” (1976) e “The Fog” (1980). Perché come una forza oscura (la gang invisibile o la nebbia dei due succitati film), Michael Myers è un’entità prima di essere un individuo in carne ed ossa (“death has come to your little town, Sheriff”).
Tutto questo accade durante la notte del trentuno ottobre, ma se togliamo di mezzo le zucche e i ragazzini festosi che bussano alla porta, le vicende raccontate in questa pellicola travalicano l’idea stessa di Halloween, abbracciando concetti universali e inestirpabili. Senza dubbio, un capolavoro. Evil never dies.

5

(Paolo Chemnitz)

Halloween_

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...