
di Mikel Balerdi (Spagna, 2021)
“Larva Mental” segna il debutto alla regia per il pittore e performer basco Mikel Balerdi, un personaggio molto conosciuto negli ambienti della body art estrema. Il film esce con la benedizione del nostro Domiziano Cristopharo (“House Of Flesh Mannequins”, “Red Krokodil”) e sarà distribuito durante i primi mesi del 2021 dalla TetroVideo, un vero baluardo underground per gli amanti del cinema di confine.
Il carattere prettamente amatoriale della pellicola (della durata di circa sessanta minuti) ci riporta indietro di almeno trent’anni, quando il marciume di un film veniva immediatamente amplificato dalla sua estetica: fotografia satura, inquadrature non impeccabili, Balerdi non è certo Jörg Buttgereit ma almeno ci mette la faccia, perché “Larva Mental” parla di lui, della sua esperienza con l’extreme body art e di un malessere strisciante che (forse) può essere scacciato via soltanto attraverso il corpo.
La trama è dunque poca cosa davanti alla potenza devastante di questi fotogrammi: un uomo (lo stesso regista) torna a casa dopo un viaggio, ritrovando in bagno il cadavere ormai putrefatto della figlia che si è suicidata, un evento che stravolge ancora di più la psiche già fragile del protagonista, costretto nuovamente a fare i conti con i suoi mostri interiori.
La pellicola è priva di dialoghi e lascia spazio soprattutto a un’atmosfera opprimente e destabilizzante, sottolineata a dovere da un ottimo score musicale. All’interno di questo oscuro sottomondo casalingo, Balerdi lascia sfogare ogni suo istinto autolesionista, allargando gli orizzonti in un contesto che prevede anche scene di necrofilia, coprofilia e autoerotismo (tutto ovviamente senza censure). Se quindi da un lato “Larva Mental” può sembrare un’opera prettamente autoreferenziale, è importante chiarire il fatto che soltanto attraverso questo percorso è possibile entrare nella testa di questo performer, il cui rapporto con la realtà circostante si può riassumente con un grido disperato che si materializza attraverso la merda, il sangue e lo sperma. Lo spirito lacerato non può nulla davanti al dolore.
Cinema estremo? Molto di più, perché lo shock di “Larva Mental” supera qualsiasi limite imposto dalla morale, lasciando a fine visione delle ferite profonde anche nello spettatore, complice (e forse carnefice) di questa sofferenza inestirpabile. Mikel Balerdi è un artista della perversione, qui da intendere come espressione ultima di un’anima completamente svuotata da ogni sentimento: ecco che allora il corpo diventa il centro unico del linguaggio, rovesciando quel concetto di body horror in cui la carne proietta all’esterno i propri tormenti. Nel caso di “Larva Mental”, è invece la carne ad accogliere al suo interno gli orrori della quotidianità in cui viviamo.

(Paolo Chemnitz)
