
di Jon Knautz (Stati Uniti, 2018)
Il nome del canadese Jon Knautz non è affatto sconosciuto agli appassionati di cinema horror: se già con “The Shrine” (2010) si poteva intravedere qualche lampo interessante, è stato il recente “Goddess Of Love” (2015) ad alzare più in alto l’asticella, grazie a un approccio drammatico legato alle morbose ossessioni di una giovane ballerina. Un tema che ritorna, sotto nuove spoglie, anche in questo “The Cleaning Lady” (il film sviluppa in novanta minuti l’omonimo cortometraggio diretto dal regista nel 2016).
Alexis Kendra interpreta Alice, una donna impegnata in un rapporto clandestino con l’amante Michael. Le cose però non vanno per il verso giusto, non a caso Alice frequenta un gruppo di incontro per condividere con gli altri la sua ambigua e delicata situazione. Ma c’è una persona che ben presto diventa la sua prima confidente: si tratta di Shelly (Rachel Alig), una ragazza timida e problematica con il volto sfigurato. È lei la donna delle pulizie del titolo, una stramba figura di cui scopriamo (attraverso dei flashback) il terribile passato, un’infanzia fatta di abusi e di soprusi (complice una sadica madre aguzzina). L’intreccio tra questi individui è destinato così a sfociare nella tragedia più assoluta, anche perché Shelly nasconde un segreto a dir poco raccapricciante.
“The Cleaning Lady” si può considerare il classico slow burn horror: una cottura a fuoco lento che ripaga lo spettatore soltanto nell’ultima mezzora, quando le vicende prendono una piega alquanto perversa e malata (un paio di sequenze estreme valgono da sole la visione del film). Al contrario, c’è da dire che la fase preparativa è troppo lunga e poco appassionante, colpa di due protagoniste per cui è difficile provare compassione (entrambe non sprizzano affatto simpatia) e del loro rapporto per nulla approfondito, soprattutto in chiave psicologica.
Bisogna dunque armarsi di pazienza e attendere fiduciosi il crudele evolversi degli eventi, anche solo per capire il significato della schifosissima sequenza che apre l’opera (un frullato di topi niente male!). Solo così “The Cleaning Lady” può essere apprezzato al meglio, considerando un’intensità narrativa capace di decollare solo giocando a carte scoperte. Consigliamo quindi di recuperare questa pellicola: partendo da basse aspettative, si può uscire a fine visione moderatamente soddisfatti e decisamente turbati, anche perché di situazioni malsane qui ce ne sono a pacchi. Tra olio bollente, acido fluoridrico e un’incurabile ossessione.

(Paolo Chemnitz)
