Watcher

di Chloe Okuno (Stati Uniti/Romania, 2022)

Per gli amanti del cinema della paranoia, “Watcher” è una visione imprescindibile. I riferimenti passano sia da Roman Polanski (qui spogliato di qualsiasi riferimento esoterico) che da Alfred Hitchcock (“La Finestra Sul Cortile”), per poi atterrare fino al recente “It Follows” (2014), pellicola che condivide alcune cose proprio con il prodotto in esame Continua a leggere

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Resurrection

di Andrew Semans (Stati Uniti, 2022)

Il passato è sempre in agguato, soprattutto se lo sottovalutiamo credendo che sia morto e sepolto da tempo. Un trauma può risvegliarsi da un momento all’altro, può farci ancora del male, può addirittura ritorcersi contro di noi: il dolore, quando dimora nel nostro animo o sulla nostra carne, può risorgere all’improvviso, come suggerisce il titolo di questo Continua a leggere

Inexorable

di Fabrice Du Welz (Belgio/Francia, 2021)

La trama di “Inexorable” assomiglia a quella di tanti film già visti in passato: una famiglia borghese (con le sue problematiche) e un terzo incomodo che penetra sinuosamente all’interno di questo nucleo, ribaltando o persino devastando ogni tipo di rapporto. Per l’occasione, Fabrice Du Welz si è voluto confrontare con un approccio cinematografico Continua a leggere

The Cleaning Lady

di Jon Knautz (Stati Uniti, 2018)

Il nome del canadese Jon Knautz non è affatto sconosciuto agli appassionati di cinema horror: se già con “The Shrine” (2010) si poteva intravedere qualche lampo interessante, è stato il recente “Goddess Of Love” (2015) ad alzare più in alto l’asticella, grazie a un approccio drammatico legato alle morbose ossessioni di una giovane ballerina. Un tema Continua a leggere

Be My Cat: A Film For Anne

di Adrian Tofei (Romania, 2015)

Prima di tutto, chi diavolo è Anne? Si tratta di Anne Hathaway (classe 1982), attrice statunitense molto apprezzata nel giro hollywoodiano. La sua presenza è ovviamente virtuale in questo lavoro a lei dedicato, un curioso diversivo proveniente dalla Romania capace di smarcarsi a dovere dai classici found footage di stampo americano. Più che altro Continua a leggere

Play Misty For Me

di Clint Eastwood (Stati Uniti, 1971)

La prima regia di Clint Eastwood risale al 1971, quando il celebre attore americano aveva già superato la quarantina. Fu grazie all’aiuto dell’amico Don Siegel (qui nelle curiose vesti di un barista) che Eastwood riuscì a realizzare questa pellicola, nonostante un budget misero e nessuna possibilità di girare in studio. “Play Misty For Me” (in Italia Continua a leggere

Luna De Miel

di Diego Cohen (Messico, 2015)

“Luna De Miel” fece la sua discreta figura durante la proiezione romana al Fantafestival del 2016. Dopotutto, già dalla scorsa decade, il cinema estremo messicano (e in generale quello dei paesi latini dell’area centro-sudamericana) ha decisamente alzato in alto la propria asticella. In questo caso, basta un piccolo budget per sfornare un prodotto più che Continua a leggere

La Nuée

di Just Philippot (Francia, 2020)

Le risorse alimentari diminuiscono anno dopo anno, mentre la popolazione mondiale continua inesorabilmente a crescere: per tale motivo si parla sempre più spesso di insetti come cibo del futuro (in tanti paesi questa è già una consuetudine), dopotutto alcune specie di locuste/cavallette hanno un contenuto proteico molto più elevato rispetto a Continua a leggere

La Notte Che Evelyn Uscì Dalla Tomba

di Emilio Miraglia (Italia, 1971)

A volte gli aneddoti legati a un film risultano quasi più interessanti dell’opera stessa, è il caso di “La Notte Che Evelyn Uscì Dalla Tomba”, un lungometraggio con un piede nel cinema gotico degli anni sessanta e un altro in quello tipicamente giallo di inizio 70s. All’epoca nelle sale americane venivano distribuiti dei popcorn colorati di rosso, chiamati Continua a leggere

Saint Maud

di Rose Glass (Gran Bretagna, 2019) 

Anche se negli ultimi anni il genere horror non se la passa troppo bene, alcuni registi sono riusciti a rigenerarlo attraverso un percorso più autoriale, forse meno appetibile da parte del pubblico più giovane ma assolutamente degno di nota da un punto di vista estetico e concettuale. Rose Glass, qui all’esordio, si accoda a quanto detto, rinunciando al modello Continua a leggere