Il Corridoio Della Paura

il corridoio della pauradi Samuel Fuller (Stati Uniti, 1963)

“Il Corridoio Della Paura” (“Shock Corridor”) è un film che trasmette molto di più rispetto alle apparenze, un dramma che riflette attraverso una potente metafora l’odio e i contrasti della società americana del periodo. La guerra, il razzismo, il progresso della scienza, tutto viene analizzato in un grigio microcosmo nel quale agiscono i vari personaggi, un manicomio che incarna l’America stessa e le sue contraddizioni.
Johnny Barrett è un giornalista a caccia di scoop: nella speranza di vincere il premio Pulitzer, egli decide di farsi ricoverare in incognito all’interno di un ospedale psichiatrico, in modo tale da poter risolvere un caso di omicidio avvenuto tempo prima dentro la struttura. Barrett si fa aiutare dal Dottor Fong simulando un’attenzione morbosa per la sorella, fino a ottenere la degenza (in realtà la fidanzata Cathy si presta malvolentieri ad assecondare l’uomo fingendo di essere sua sorella). Una volta rinchiuso nella casa di cura, il protagonista conosce da vicino tre testimoni oculari del delitto: il primo è un disertore dell’esercito passato dalla parte dei comunisti, il secondo è un afroamericano razzista simpatizzante per il Ku Klux Klan, infine il terzo è uno scienziato regredito allo stadio infantile.

500full-shock-corridor-screenshotFin da subito Samuel Fuller lascia in secondo piano l’indagine del giornalista, perché quello che a lui interessa è raccontare la controversa realtà della società statunitense. Ci troviamo agli albori dei 60s e sull’America pesano come un macigno gli spettri del comunismo, le enormi disparità razziali e l’oscuro lavoro della scienza (dalla bomba atomica agli esperimenti segreti della CIA). Temi scottanti riscoperti soltanto successivamente dalla critica americana, non a caso “Il Corridoio Della Paura” ottiene maggiori attenzioni soprattutto dagli ambienti cinematografici francesi della Nouvelle Vague. In effetti anche dal punto di vista tecnico Fuller realizza un piccolo capolavoro, girando in b/n (tranne un paio di rapide sequenze a colori) in una sola claustrofobica location e facendo lentamente sprofondare Johnny Barrett nella follia di un mondo ingovernabile e a tratti surreale (le immagini con il corridoio invaso dall’acqua sono indimenticabili). Perché quella di Samuel Fuller è anche un’opera sull’ambizione e sulla spasmodica ricerca del successo a ogni costo, un obiettivo che il protagonista raggiunge pagando un prezzo molto alto.
Il film è ancora oggi un punto di riferimento fondamentale per tutto quel cinema ambientato nei manicomi, “Qualcuno Volò Sopra Il Nido Del Cuculo” (1975) è ad esempio un’opera spesso comparata con il lavoro di Fuller nonostante le enormi differenze estetiche e narrative. Persino il mondo dei fumetti ha pagato il suo tributo al film: il numero 148 di Dylan Dog intitolato Abissi Di Follia vede il nostro indagatore dell’incubo infiltrarsi in un ospedale psichiatrico per risolvere dei casi di omicidio! “Il Corridoio Della Paura” è quindi un lungometraggio da (ri)vedere senza batter ciglio, alla luce della sua importanza storica e del suo messaggio così profondo e veritiero.

5

(Paolo Chemnitz)

shock c

Pubblicità

One thought on “Il Corridoio Della Paura

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...