El Día De La Bestia

El_Dia_De_La_Bestiadi Álex De La Iglesia (Spagna, 1995)

Già nel 1993, il primo lungometraggio di Álex De La Iglesia (“Azione Mutante”) si era fatto apprezzare non poco in Spagna, complice una produzione importante alle spalle (Pedro Almodóvar) e una regia frizzante capace di coinvolgere e divertire il pubblico. Un prodotto in parte ancora acerbo, che però lanciava un regista che solo due anni dopo riusciva a compiere un vero miracolo.
“El Día De La Bestia” si sgancia da Almodóvar ma ritrova tutti gli ingredienti vincenti del primo lavoro: lo script risulta più solido e il comparto attoriale qui raggiunge il suo stato di grazia, con Álex Angulo fantastico nel ruolo di un teologo basco, il suo braccio destro Santiago Segura (José María, un metallaro volutamente stereotipato) perfetto come spalla comica e poi ancora la presenza di alcuni attori italiani come Armando De Razza, Gianni Ippoliti e addirittura una giovane Maria Grazia Cucinotta, nel ruolo della prosperosa (e imparruccata) Susana.
L’atmosfera alla vigilia di Natale non era mai stata così cupa, Madrid diventa Gotham City per una notte. L’Anticristo sta per manifestarsi proprio durante quelle ore, così il prete, il metallaro e un ciarlatano che conduce un programma televisivo sono costretti ad allearsi per combattere il Demonio, in procinto di materializzarsi in città. Tre figure molto distanti tra loro, unite però dallo stesso intento, la salvezza dell’umanità: De La Iglesia parte da questo presupposto per mettere in scena con grande personalità un’opera che travalica i generi, mescolando horror e commedia nera in maniera pregevole.
Le scene da ricordare sono molte, a cominciare dall’incontro tra Padre Ángel Berriartúa e José María nel negozio di dischi di quest’ultimo, tra citazioni continue di gruppi metal (il prete cerca i Napalm Dez e gli Iron Meiden, ovviamente storpiando i nomi!) e dialoghi esilaranti che strappano più di un sorriso. Anche le immagini dei rituali satanici sono valide, tenebrose e avvolgenti, una componente orrorifica che si amalgama con quell’ironia di fondo che nel cinema di De La Iglesia fa rima anche con il grottesco.
“El Día De La Bestia” è un film brillante, ancora oggi considerato il migliore del regista iberico insieme a “La Comunitad” (2000), senza ovviamente dimenticare una manciata di altri titoli tutti di spessore, chi più chi meno. Una pellicola legata a un nome basilare per le sorti del cinema spagnolo degli ultimi venticinque anni, un trascinatore capace di reinventare il genere fantastico con grande fantasia e originalità: questo è Álex De La Iglesia, moderno interprete di una scuola che proprio in concomitanza degli anni novanta ha ritrovato lo slancio definitivo grazie a una nuova generazione di talenti dietro la cinepresa. Un titolo importante, ma soprattutto spassoso.

4,5

(Paolo Chemnitz)

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