Corpse Mania

cmdi Kuei Chih-Hung (Hong Kong, 1981)

“Corpse Mania” (“Si Yiu”) rappresenta l’ennesimo prodotto di confine realizzato dal prolifico Kuei Chih-Hung, regista cinese classe 1937 scomparso a Los Angeles nel 1999. Nonostante si tratti di un thriller/horror qualitativamente nella media, questo lavoro ancora oggi mantiene intatta la sua importanza all’interno del contesto di Hong Kong: oltre all’immancabile produzione targata Shaw Brothers, c’è da dire che Kuei Chih-Hung non è certo uno sprovveduto dietro la macchina da presa e i risultati parlano chiaro, considerando che nel giro di due anni lo stesso regista ci regalerà il suo capolavoro visionario (l’incredibile cult “The Boxer’s Omen”).
La trama è molto semplice: un serial killer si aggira tra le stanze di un bordello, alcuni cadaveri vengono infatti ritrovati in avanzato stato di decomposizione e tutti ricoperti da schifosissimi vermi (la telecamera indugia su questi corpi in maniera piuttosto disgustosa, come se ne fosse compiaciuta). Dopo una bella partenza, l’opera prende una piega investigativa meno interessante, per poi sferrare gli ultimi discreti colpi nella parte finale, dove alcuni omicidi riescono ad aggiungere il sale necessario su una storia non sempre lucida e avvincente.
Il regista si gioca le migliori carte fin da subito, puntando molto sia sulle atmosfere plumbee di quel luogo (in odore di necrofilia), sia sull’elegante look del maniaco omicida, con uno sguardo rivolto al Mario Bava di “Sei Donne Per L’Assassino” (1964). Ma al di là di questo, “Corpse Mania” si rivela molto più sobrio e misurato di quanto ci potessimo aspettare, anche nelle varie uccisioni (tutte cruente ma mai completamente esplicite), non a caso i tempi delle commistioni con la commedia nera che vedremo nei futuri Cat III di Herman Yau e compagnia bella qui non vengono neppure presi in considerazione: questo non è necessariamente un male, anche se solitamente da quelle parti buttare nella mischia dei succulenti siparietti bizzarri ha sempre avuto il suo perché.
Chi segue assiduamente le sorti del cinema di Hong Kong, non può certo tirarsi indietro davanti a questa pellicola, diventata forse più celebre per le immagini con i vermi che per il suo plot abbozzato in bilico tra giallo e horror: tuttavia “Corpse Mania” scivola via liscio come l’olio, mettendo in luce le capacità di un talentuoso regista che in carriera ha diretto la bellezza di circa quaranta titoli nel giro di un decennio e mezzo. Niente male affatto.

3

(Paolo Chemnitz)

corpse mania

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