The Road

locandinadi John Hillcoat (Stati Uniti, 2009)

Inizialmente per “The Road” non era prevista nessuna distribuzione italiana, un film troppo deprimente secondo alcuni geniacci che decidono per noi quello che deve uscire in sala. Poi, con un po’ di ritardo, l’opera è atterrata meritatamente sui nostri schermi: in effetti sarebbe stato un peccato non potersi gustare al cinema una delle migliori pellicole post-apocalittiche del nuovo secolo, un lavoro diretto con bravura da John Hillcoat e magistralmente interpretato da Viggo Mortensen. “The Road” è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Cormac McCarthy (vincitore del Premio Pulitzer nel 2007), un autore i cui libri hanno spesso trovato una seconda vita proprio grazie al mondo della celluloide (tra le trasposizioni più riuscite figurano anche “Non E’ Un Paese Per Vecchi” dei fratelli Coen e “Child Of God” di James Franco).
Una catastrofe globale ha devastato la Terra, ormai diventata un grigio e freddo deserto abitato da pochi sopravvissuti. Un padre e un figlio si mettono in cammino verso sud, nella speranza di trovare un clima migliore e del cibo, poiché lo scenario che c’è attorno a loro non solo è desolante, ma è anche pericoloso: bande di criminali si aggirano tra le rovine di quei luoghi un tempo verdi e assolati, contemplando persino il cannibalismo come fonte necessaria di sostentamento (“cannibalism is the great fear”). Per i due protagonisti la strada da percorrere è ricca di insidie, un’avventura che ci tiene letteralmente incollati alla poltrona in attesa di scoprire il loro destino. Rispetto al libro, c’è anche maggiore spazio per una figura femminile (Charlize Theron) che turba il sonno dell’uomo riportandolo indietro ai tempi dell’evento apocalittico, quando sua moglie aveva abbandonato la casa con l’intenzione di suicidarsi. Una dimensione onirica forse meno interessante rispetto al resto ma utile per conoscere le origini del cataclisma (non la spiegazione però!).
In “The Road” prima di tutto c’è tensione (la scena della cantina è un colpo al cuore degno del miglior horror), perché avvertiamo un pericolo costante che si riversa tragicamente sui due fuggiaschi, il cui rapporto è ben caratterizzato dal regista. Se nel padre infatti cresce un certo cinismo fondamentale per la sopravvivenza, è il figlio a rappresentare la speranza, il futuro, l’unico messaggio positivo di un film quasi del tutto annichilente. Le scenografie sono splendide, Hillcoat ha sfruttato alcune location realmente degradate come i sobborghi di Pittsburgh o le zone attorno a New Orleans devastate dall’uragano Katrina, un tuffo nei meandri di un plumbeo panorama futuro di cui abbiamo realmente paura.
Tralasciando qualche inevitabile affondo nel sentimentalismo che emerge nelle battute conclusive dell’opera, “The Road” resta un fulgido esempio di cinema nerissimo e senza speranza, dove gli scheletrici resti degli alberi non sono altro che il prolungamento dell’animo umano: qui emerge tutto il nichilismo di una storia assolutamente travolgente e curiosamente ambientata nel 2019, quando qualcuno ha cominciato seriamente ad accorgersi del precario stato di salute del nostro pianeta.

4,5

(Paolo Chemnitz)

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