Il 2017 sta regalando delle gustose, succulente sorprese in ambito seriale. Da poche settimane Netflix ha rilasciato la sua serie originale Santa Clarita Diet (ideata da Victor Fresco) che riesce a intrattenere e divertire a dovere, anche se detto così è riduttivo perché è proprio uno spasso!
Come da titolo è ambientata a Santa Clarita, una cittadina della California caratterizzata da villette bianche, strade soleggiate e da vicini di casa che sono lo stereotipo di una borghesia ipocrita, frivola e perbenista. Il contesto in cui hanno luogo le vicende è ben azzeccato per creare un evidente contrasto tra il quieto vivere delle famigliole perbene e la famiglia che fa da protagonista, la quale ben presto subisce un bizzarro cambiamento.
Sheila (Drew Barrymore) e Joel (Timothy Olyphant) sono marito e moglie molto affiatati che lavorano come agenti immobiliari, hanno una figlia adolescente e fino a qui è tutto normale. Un giorno però Sheila, mentre mostra un appartamento ai clienti, si sente male e vomita letteralmente a spruzzo sul lindo tappeto del soggiorno, si chiude quindi in bagno e il marito la ritrova in un’innominabile pozza di vomito, morta. Dopo qualche istante Sheila si risveglia, ma qualcosa in lei è cambiato: non ha battito e al posto del sangue ha uno strano liquido disgustoso, ma sente dentro di lei una dirompente energia, anche sessuale, mai avuta prima. Si accorge che la sua dieta d’ora in poi sarà a base di carne umana nel momento in cui morde un dito al suo collega e lo mastica gustosamente. E’ talmente buono quel dito che decide di mangiarsi il collega tutto per intero. Questa vicenda segna il punto di non ritorno alla normalità, Sheila non riesce più a mangiare pietanze che non siano carne umana e quindi insieme al marito, di volta in volta, decideranno chi sarà il prossimo pasto da consumare, ma loro sono persone buone e quindi, se proprio devono uccidere, preferiscono persone che meritino quella fine.
Santa Clarita Diet non è una serie apocalittica, il mondo non sta per finire a causa di un’epidemia zombie, la questione è analizzata nel piccolo all’interno di una famiglia come tante. Il cannibalismo è una critica al falso perbenismo, attraverso il quale la protagonista si differenzia e il contrasto che si crea con gli altri vicini di casa provoca ironia intelligente, basti pensare ai futili problemi del vicinato e gli omicidi casalinghi che commettono Sheila e Joel, tenuti goffamente nascosti. Anche l’estetica è ragionata ad effetto contrastante, gli ambienti esterni sono coloratissimi, il mood che caratterizza la serie è leggero, fortemente sopra le righe. Gli elementi splatter sono ben realizzati ed efficaci, la serie punta al disgusto in diversi modi, soprattutto nel primo episodio.
Nel piacevole scorrere dei dieci episodi (della durata di trenta minuti circa ciascuno) grazie a un ritmo sostenuto da tenere incollati allo schermo, Sheila e la sua famiglia affrontano per gradi l’evolversi delle fasi della “malattia”, fino a cercare una cura (aiutati dall’immancabile nerd di turno amico della figlia) ponendo le giuste basi per una seconda stagione. Santa Clarita Diet è una novità d’intrattenimento molto piacevole che induce al binge-watching, diverte ed è ben interpretata. Da vedere, preferibilmente a stomaco vuoto, se si cerca una serie leggera ma intelligente dai toni ironici e macabri.
(Martina Ippoliti)