Confessions

di Tetsuya Nakashima (Giappone, 2010)

“Confessions” (“Kokuhaku”) è il primo thriller diretto da Tetsuya Nakashima, regista giapponese in precedenza conosciuto e apprezzato in patria per le sue colorate commedie pop. Questo cambio di rotta si rivela un passo importante per la sua carriera: “Confessions” entra infatti nella cosiddetta short-list come candidato per l’Oscar al miglior film straniero Continua a leggere

Coming Home In The Dark

di James Ashcroft (Nuova Zelanda, 2021)

Questo è un thriller che non piacerà al grande pubblico, bensì a una determinata nicchia di cinefili (ovvero noi appassionati di pellicole di confine e pochi altri). “Coming Home In The Dark” è infatti un film cinico, destabilizzante, politicamente scorretto e bastardo fino al midollo, un’opera secca e diretta nella quale la violenza esplode Continua a leggere

American Mary

di Jen Soska e Sylvia Soska (Canada, 2012)

In passato si è parlato molto delle gemelle Jen e Sylvia Soska (entrambe attive fin da giovanissime nel mondo del cinema), soprattutto quando nel 2012 uscì “American Mary”, un horror piuttosto strombazzato nel giro indie e dunque all’epoca atteso con molta trepidazione. Purtroppo le (alte) aspettative non furono del tutto ripagate, anche se oggi Continua a leggere

The Rifleman Of The Voroshilov Regiment

di Stanislav Govorukhin (Russia, 1999)

Se “The Rifleman Of The Voroshilov Regiment” (“Voroshilovskiy Strelok”) è un revenge movie molto conosciuto in Russia, dalle nostre parti nessuno (o quasi) ne ha mai sentito parlare. Questo perché, nel corso dei 90s, il cinema proveniente dal blocco ex sovietico stava ancora trovando la sua giusta dimensione, prima della grande esplosione su scala Continua a leggere

Breeder

di Jens Dahl (Danimarca, 2020)

Se una volta per ringiovanire bastava affidarsi ai ravioli speciali della zia Mei (“Dumplings” è un cult movie imperdibile), oggi le tecniche di biohacking lasciano spazio a qualcosa di realmente indefinito, dove non è facile distinguere il confine tra progresso scientifico e auto-sperimentazione. “Breeder” parte proprio da questa ambiguità, spingendo tali Continua a leggere

Lamb

di Valdimar Jóhannsson (Islanda/Svezia/Polonia, 2021)

Pochi mesi fa “Lamb” si è aggiudicato a Cannes il Prize of Originality nella sezione Un Certain Regard. Un riconoscimento più che meritato, considerando la straniante natura fantasy del film, una particolarità che a un certo punto prende per mano una storia di chiara matrice drammatica. Il regista Valdimar Jóhannsson (qui al suo esordio) ha curato Continua a leggere

Mon Père, Le Diable

di Ellie Foumbi (Stati Uniti/Francia, 2021)

“Mon Père, Le Diable” (“Our Father, The Devil” nella denominazione anglofona) è stato da poco presentato a Venezia nella sezione Biennale College Cinema: questo progetto punta a supportare i giovani cineasti al loro primo o secondo lungometraggio, sovvenzionando le loro opere con un budget di centocinquantamila euro. Ellie Foumbi, regista Continua a leggere

Luca Il Contrabbandiere

di Lucio Fulci (Italia, 1980)

Lucio Fulci, ovvero il terrorista dei generi. Ecco, questa è la pellicola più adatta per conoscere la sua elasticità e la sua bravura nel saper ribaltare o contaminare i codici di un determinato linguaggio cinematografico. Dopo il successo di “Zombi 2” (1979), sarebbe stato fin troppo facile riprendere la partita ancora una volta con un horror: prima della Continua a leggere

Savage

di Brendan Muldowney (Irlanda, 2009)

Se quello del revenge movie si può considerare un (sotto)genere dagli esiti spesso prevedibili (la vittima non può che trasformarsi in carnefice), ciò che conta è quindi saper arrivare all’epilogo in maniera credibile, originale e appassionante. Per fortuna in “Savage” accade tutto questo, grazie all’approccio di un regista (qui anche sceneggiatore) Continua a leggere

Vengeance

di Johnnie To (Hong Kong/Francia, 2009)

Dopo aver realizzato una serie di pellicole fondamentali per la storia del cinema action/crime/noir orientale (impossibile non menzionare “A Hero Never Dies” oppure “Exiled”), Johnnie To nel 2009 si presenta a Cannes con un lungometraggio-tributo alla scuola transalpina: “Vengeance” infatti non solo è un sentito omaggio alle opere di Continua a leggere