Bull

di Paul Andrew Williams (Gran Bretagna, 2021)

Paul Andrew Williams cambia decisamente direzione, dopo essersi cimentato prima con una sboccata horror comedy (“The Cottage”) e poi con un classico home invasion (“Cherry Tree Lane”), due film comunque trascurabili rispetto a molti altri titoli provenienti dalle terre albioniche. “Bull”, al contrario delle succitate opere, si tuffa fin da subito Continua a leggere

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Leviathan

di Andrey Zvyagintsev (Russia, 2014)

Tra i registi russi emersi con l’avvento del nuovo secolo, Andrey Zvyagintsev (classe 1964) si è spesso distinto per l’elevata qualità delle sue pellicole, molte delle quali hanno ottenuto importanti riconoscimenti in giro per il mondo. “Leviathan” è una di queste (miglior film straniero ai Golden Globe 2015 e poi ancora nella cinquina finale degli Oscar, sempre Continua a leggere

Matar A Dios

di Caye Casas e Albert Pintó (Spagna/Francia, 2017)

Dio esiste? Si può uccidere? Ma soprattutto, se davvero fosse un uomo in carne e ossa, sarebbe un infame nano barbuto che beve vino come se non ci fosse un domani? “Matar A Dios” (“Killing God” per il mercato internazionale) non risponde quasi a nessuna di queste domande, però prova a scherzarci sopra buttando nella mischia una tonnellata di black humour e Continua a leggere

Proč?

di Karel Smyczek (Cecoslovacchia, 1987)

In seguito alla strage dell’Heysel del 1985 (in cui morirono trentanove persone poco prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool), il cinema cominciò a interessarsi al fenomeno degli hooligans, da tempo considerato una piaga sociale non solo nel Regno Unito ma in tutta Europa. Nel 1989 esce infatti il film televisivo “The Firm” Continua a leggere

Orgies Of Edo

di Teruo Ishii (Giappone, 1969)

Una volta prodotto il controverso “Shogun’s Joy Of Torture” (1968), pellicola distribuita con grande successo anche in occidente, la Toei Company mandò nuovamente in orbita Teruo Ishii mettendolo nelle condizioni di realizzare una serie di opere tutte dello stesso tenore: ero guro è la parola chiave, tra torture, perversioni e una decadenza morale capace di oscillare Continua a leggere

The Dentist

di Brian Yuzna (Stati Uniti, 1996)

Non venitemi a dire che dal dentista ci andate sempre con nonchalance, sarebbe davvero difficile credervi. Tuttavia non è stato semplice per il mondo del cinema raccontare una delle fobie più diffuse tra la gente: questo lo sapeva a suo tempo anche Brian Yuzna, artefice di un film che lambisce solo in parte l’aspetto di cui sopra, focalizzandosi Continua a leggere

La Seduzione

di Fernando Di Leo (Italia, 1973)

“La Seduzione” è un film praticamente contemporaneo alla celebre trilogia del milieu diretta da Fernando Di Leo, un motivo (tra i tanti) per il quale questa pellicola non ha mai ricevuto le doverose attenzioni. Qui entriamo a gamba tesa dentro un genere di (melo)dramma morboso da leggere in ottica antiborghese, un filone piuttosto sfruttato Continua a leggere

Only The Animals

seules lesdi Dominik Moll (Francia/Germania, 2019)

Se in apparenza “Only The Animals” (“Seules Les Bêtes”) può sembrare un thriller come tanti, in realtà siamo al cospetto di una pellicola profondamente drammatica, in cui la risoluzione di un caso diventa soltanto lo strumento necessario per conoscere un manipolo di personaggi infelici, tormentati e segnati da una serie di circostanze negative. Dominik Moll (regista nato in Germania Continua a leggere

Peppermint Candy

peppermint candydi Lee Chang-Dong (Corea del Sud, 1999)

Fino a oggi Lee Chang-Dong ha diretto soltanto sei film in oltre vent’anni di carriera, una media piuttosto bassa che però viene ripagata dal fattore qualità. Sei pellicole ognuna delle quali molto importante per la storia del cinema coreano contemporaneo: “Green Fish” (1997), “Peppermint Candy” (1999), “Oasis” (2002), “Secret Sunshine” (2007), “Poetry” (2010) e il recente “BurningContinua a leggere

Images

imagesdi Robert Altman (UK/Stati Uniti, 1972)

“Images” si pone come anello di congiunzione all’interno di un’ipotetica trilogia dedicata al mondo femminile. “Quel Freddo Giorno Nel Parco” è infatti del 1969 mentre “3 Women” (una delle vette assolute del cinema di Altman) è del 1977. “Images” però – a dispetto dei titoli sopracitati – rappresenta l’unica vera incursione nel cinema di confine per il regista del Missouri, qui artefice di un thriller Continua a leggere