Ready Or Not

ready or notdi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (Canada/Stati Uniti, 2019)

“Ready Or Not” è sbarcato in Italia con il solito titolo del cazzo (“Finché Morte Non Ci Separi”), quindi manterremo la denominazione originale che è molto più idonea considerando l’essenza e lo svolgimento del film. Dopotutto questa formula romantica non ha senso di esistere all’interno di una pellicola dove invece, pronti o meno, bisogna salvare la pelle Continua a leggere

Battle Royale

brdi Kinji Fukasaku (Giappone, 2000)

“Battle Royale” è l’ultimo film diretto da Kinji Fukasaku (classe 1930), nonostante il nome del regista compaia anche nel successivo e trascurabile sequel del 2003 (dove Fukasaku – malato di cancro e prossimo alla morte – gira soltanto una scena, lasciando il destino dell’opera in mano al figlio Kenta). Si è discusso tanto in questi anni dell’importanza di “Battle Royale” all’interno del Continua a leggere

A Quiet Place

a quiet placedi John Krasinski (Stati Uniti, 2018)

E’ possibile realizzare un horror originale nel 2018? La risposta è sì, anche se non basta un’idea per fare bingo, soprattutto se alla fine dei giochi l’idea stessa si ritorce contro come un boomerang. In un genere cinematografico nel quale le urla fanno parte di un codice universalmente riconosciuto (pensiamo solo alla storica figura delle scream queen), “A Quiet Place: Un Posto Continua a leggere

Il Rituale

il ritualedi David Bruckner (Gran Bretagna, 2017)

David Bruckner lo abbiamo sempre assaporato a spezzoni, prima con un episodio (dal titolo “Amateur Night”) presente in “V/H/S” (2012) e successivamente con un segmento della splendida antologia horror “Southbound” (2015). “Il Rituale” (“The Ritual”) – già presentato al Toronto International Film Festival lo scorso settembre – sbarca in Italia grazie a Netflix con una cassa Continua a leggere

Fires On The Plain

fires on the plaindi Shinya Tsukamoto (Giappone, 2014)

Dalla giungla urbana alla giungla delle Filippine. Quella di Shinya Tsukamoto rappresenta infatti una curiosa quanto crudele immersione nel cinema bellico, un titolo che sostituisce il freddo scenario metropolitano con le insidie della fitta vegetazione, senza però stravolgere più di tanto il linguaggio estetico del regista giapponese. “Fires On The Plain” (“Nobi”) non è altro che il remake Continua a leggere

Eden Lake

eden lakedi James Watkins (Gran Bretagna, 2008)

Con l’inizio del nuovo millennio, l’Inghilterra ha dovuto affrontare un’incredibile impennata riguardo l’aumento della criminalità minorile, salita alla ribalta con una serie di fatti di cronaca piuttosto inquietanti. Baby gang, teppisti, ragazzini a volte neppure quattordicenni ma già invischiati nel giro sbagliato. Una tematica che il cinema d’oltremanica non ha mai trascurato, pensiamo a “Scum” (1979) Continua a leggere

Killing Ground

killing grounddi Damien Power (Australia, 2016)

Non tutto è oro quel che luccica, tantomeno nel cinema ozploitation. Gli australiani hanno una loro identità storico/geografica e sono capaci di collocare gli orrori all’interno di un preciso ambiente (in molti casi l’outback), ma sono molti i fattori che decretano la riuscita di un film. Senza andare troppo indietro con gli anni, un titolo come “Wolf Creek” (2005) è piuttosto eloquente: una location suggestiva Continua a leggere

The Belko Experiment

the belko experimentdi Greg McLean (Stati Uniti/Colombia, 2016)

Greg McLean non conosce le mezze misure. Dirige “Wolf Creek” (2005) negli spazi infiniti dell’outback australiano (film a cui bisogna aggiungere un sequel, una miniserie televisiva e il terzo capitolo in fase di sviluppo), per poi rinchiudersi all’interno di un grattacielo blindato, un luogo freddo e asettico sede di una multinazionale, la Belko. Questa volta la produzione è americana (così come per il precedente Continua a leggere

Long Weekend

long weekenddi Colin Eggleston (Australia, 1978)

Nel cinema ozploitation il rapporto tra essere umano e natura circostante è fondamentale. Fin dai tempi del capolavoro “Wake In Fright” (1971) e atterrando poi sulle ultime derive horror (pensiamo ai due capitoli di “Wolf Creek”), l’uomo australiano è circondato e forgiato da un ambiente selvaggio, un’insidia ulteriore oltre al pericolo rappresentato dai suoi stessi simili. “Long Weekend” esclude Continua a leggere

Un Tranquillo Weekend Di Paura

deliverancedi John Boorman (Stati Uniti, 1972)

I monti Appalachi attraversano alcune zone economicamente tra le più depresse degli Stati Uniti, pensiamo alla West Virginia o alle regioni interne della Georgia. Proprio in Georgia e in South Carolina furono effettuate le riprese di quello che oggi è considerato un punto di partenza imprescindibile per i thriller e gli horror moderni di derivazione survival: in poche parole, un luogo ostile nel quale la Continua a leggere