La Femme Qui Se Poudre

di Patrick Bokanowski (Francia, 1972)

Quando parliamo di Patrick Bokanowski (Algeri, 1943), dobbiamo per forza puntare i riflettori sugli angoli più remoti del cinema sperimentale e di avanguardia. Anche se qualcuno si ricorderà del suo surreale “L’Ange” (un breve lungometraggio uscito nel 1982), spendere due parole su questo corto è praticamente basilare. In poco più di quindici minuti Continua a leggere

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Die Tödliche Maria

di Tom Tykwer (Germania, 1993)

Scavando a ritroso nella carriera di Tom Tykwer, è possibile imbattersi in un lungometraggio davvero cupo e claustrofobico, “Die Tödliche Maria” (“Deadly Maria” per gli anglofoni). È il 1993 e il regista tedesco si muove nei più lugubri territori underground, in attesa di fare il grande salto prima con “Lola Corre” (1998) e successivamente con una serie di titoli Continua a leggere

Le Ombre Degli Avi Dimenticati

di Sergei Parajanov (Unione Sovietica, 1965)

La carriera di questo regista nato nel 1924 da genitori armeni è stata a dir poco turbolenta: prima bersagliato dalla censura (le autorità sovietiche criticarono aspramente il suo operato) e poi finito in carcere (a cui seguirono molti anni di inattività), Sergei Parajanov ha osato sfidare in maniera coerente e personale il sistema, remando contro quelle istituzioni da Continua a leggere

Apples

di Christos Nikou (Grecia/Polonia/Slovenia, 2020)

Se è vero che Christos Nikou (qui esordiente) ha mosso i suoi primi passi come assistente alla regia per “Dogtooth” (2009) di Yorgos Lanthimos, non sono poi così tanti i punti in comune tra i due registi: “Apples” infatti prende decisamente le distanze da quel cinismo weird che ha fatto grandi molte opere della new wave ellenica, scegliendo invece un Continua a leggere

Nimic

di Yorgos Lanthimos (Germania/Stati Uniti/Gran Bretagna, 2019)

Quando Yorgos Lanthimos ritrova una pedina fondamentale come lo sceneggiatore Efthymis Filippou, allora possiamo stare certi che nulla è come sembra, pure se si tratta di un cortometraggio di appena dodici minuti. Il regista greco qui rimette in circolo non solo la sua personale estetica cinematografica, ma soprattutto quel linguaggio Continua a leggere

Vivarium

di Lorcan Finnegan (Irlanda/Belgio, 2019)

“Vivarium” è un film inclassificabile, una pellicola caleidoscopica da guardare a prescindere anche solo per questo motivo. Inizialmente qualcuno potrebbe pensare all’ennesimo labirinto rompicapo in stile “Cube” (1997), ma l’elemento sci-fi qui non ha modo di esistere: finiamo dunque catapultati dentro una geniale metafora sulla società moderna, rappresentata Continua a leggere

Strade Perdute

strade perdutedi David Lynch (Stati Uniti/Francia, 1997)

Molti film di David Lynch non hanno bisogno di alcuna spiegazione, altrimenti non sarebbero film di David Lynch. Cominciare con questa semplice constatazione forse è il modo migliore per buttare giù due righe su “Strade Perdute” (“Lost Highway”), un noir tanto criptico quanto magnetico capace di mutare la pelle in maniera repentina pur mantenendo intatta la sua essenza Continua a leggere

A Page Of Madness

a page of madnessdi Teinosuke Kinugasa (Giappone, 1926)

Non eravamo mai andati così indietro nel tempo per quanto riguarda le pellicole orientali, ma se oggi siamo qui a parlarvi di “A Page Of Madness” (“Kurutta Ippêji”), un buon motivo c’è: siamo infatti davanti a un capolavoro (non sempre ricordato a dovere) del cinema muto giapponese, un film creduto disperso fino al 1971 e poi miracolosamente ritrovato dallo stesso regista Teinosuke Kinugasa Continua a leggere

Les Garçons Sauvages

les garçons sauvagesdi Bertrand Mandico (Francia, 2017)

To be incoherent means to have faith in cinema, it means to have a romantic approach, unformatted, free, disturbed and dreamlike, cinegenic, an epic narration”. Nel 2012 Bertrand Mandico crea insieme alla regista islandese Katrin Olafsdottir l’Incoherence Manifesto, a voler suggellare un particolare linguaggio cinematografico già espresso attraverso una serie di cortometraggi sperimentali Continua a leggere

Melancholie Der Engel

mdedi Marian Dora (Germania, 2009)

Se la nostra passione nei confronti del cinema estremo fosse condizionata da qualche solido pregiudizio, non avrebbe neppure senso perdere del tempo guardando questo tipo di pellicole. Tutto però ha un limite. A tal proposito il caso di “Melancholie Der Engel” è piuttosto eclatante, perché si tratta di un filmaccio pregno di violenza gratuita e di misoginia tanto per, due prerogative Continua a leggere