Incubus

di Leslie Stevens (Stati Uniti, 1966)

Leslie Stevens è arrivato secondo: sì, perché questo suo “Incubus” è uscito quasi due anni dopo rispetto ad “Angoroj” (1964), il primo film nella storia del cinema recitato completamente in esperanto. Stiamo parlando di una lingua artificiale sviluppata dal polacco Ludwik Lejzer Zamenhof tra il 1872 e il 1887, allo scopo di far dialogare i vari popoli cercando di Continua a leggere

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As Bestas

di Rodrigo Sorogoyen (Spagna/Francia, 2022)

“As Bestas” (“The Beasts”) ribadisce l’ottimo stato di salute del cinema spagnolo contemporaneo, una scuola capace di regalarci dei thriller sempre più coinvolgenti e accattivanti: a tal proposito, è arrivata l’ora di appuntarsi il nome di Rodrigo Sorogoyen, regista madrileno qui alla sua migliore prova in assoluto (la pellicola ha ricevuto molti apprezzamenti Continua a leggere

X

di Ti West (Stati Uniti/Canada, 2022)

Le aspettative erano abbastanza alte, considerando il buon livello di alcuni horror diretti da Ti West (tra i nostri preferiti, spiccano “The House Of The Devil”, “The Innkeepers” e “The Sacrament”) e i troppi anni di latitanza dalle sale cinematografiche (dopo il trascurabile western “Nella Valle Della Violenza”, West ha inanellato soltanto regie Continua a leggere

Seven Invisible Men

di Šarūnas Bartas (Lituania/Francia/Portogallo, 2005)

Di “Seven Invisible Men” (“Septyni Nematomi Zmones”) ne avevamo già parlato alcuni anni fa, inserendolo in una lista di titoli (tutt’altro che confortanti) provenienti dal blocco ex-sovietico. Ancora oggi, questo lungometraggio resta uno dei più significativi tra quelli realizzati da Šarūnas Bartas (regista lituano classe 1964, esponente di Continua a leggere

The Painted Bird

di Václav Marhoul (Repubblica Ceca/Slovacchia/Ucraina, 2019)

Ci sono voluti oltre dieci anni per realizzare questo lungometraggio di ben due ore e quarantanove minuti, un ennesimo (straziante) manifesto del cinema di guerra proveniente dai paesi del blocco (oggi ex) sovietico. Una produzione sontuosa ispirata all’omonimo romanzo di Jerzy Kosinski e presentata a Venezia nel 2019, dove l’opera ha raccolto Continua a leggere

Village Of Doom

di Noboru Tanaka (Giappone, 1983)

Nel lontano 1938, in un villaggio rurale vicino a Tsuyama (Giappone), un giovane uccise trenta persone (inclusa sua nonna) utilizzando un fucile, una katana e un’ascia, prima di togliersi la vita con un colpo al petto. Questa terribile vicenda rappresenta ancora oggi la più grande strage compiuta da un singolo uomo in terra nipponica: Tsuyama Jiken Continua a leggere

Leptirica

di Đorđe Kadijević (Jugoslavia, 1973)

Il primo horror non si scorda mai, ecco perché “Leptirica” è un pezzo di storia cinematografica della ex-Jugoslavia. Girato da Đorđe Kadijević in un remoto villaggio bosniaco (Zelinje), questo film prende ispirazione da una vecchio racconto pubblicato nel 1880 da Milovan Glišić, uno scrittore che alcuni in patria considerano il Gogol serbo. Ci troviamo Continua a leggere

Ravens

di Jens Assur (Svezia, 2017) 

Il primo lungometraggio di Jen Assur risale al 2017 e senza dubbio merita di essere riscoperto, anche perché ancora una volta è il cinema drammatico a sbatterci in faccia la miseria umana meglio di qualsiasi altra cosa. In questo caso diventa fondamentale il rapporto tra due personaggi (un padre e un figlio) all’interno di un affascinante contesto rurale Continua a leggere