Vanishing Point

di Richard C. Sarafian (Stati Uniti, 1971)

“Vanishing Point” (da noi “Punto Zero”) è un road movie del 1971 che meriterebbe di stare molto più alto in un’ipotetica scala di valori legata ai film di culto usciti a cavallo tra i 60s e i 70s. Nessuno vuole mettere in discussione “Easy Rider” (1969), però l’opera di Richard C. Sarafian potrebbe tranquillamente essere lì, accanto a quel monumento Continua a leggere

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Judas And The Black Messiah

di Shaka King (Stati Uniti, 2021)

Considerando che a Hollywood la tendenza è quella di seguire la direzione del vento (in questo caso l’onda del movimento Black Lives Matter), non sarebbe una notizia se questo “Judas And The Black Messiah” riuscisse ad aggiudicarsi qualche statuetta alla cerimonia degli Oscar 2021 (sono sei le nomination per l’opera di Shaka King). Una cosa però va detta Continua a leggere

Birdshot

di Mikhail Red (Filippine, 2016)

Spesso quando si parla di cinema orientale ci si riferisce alle grandi opere giapponesi, all’exploit del cinema coreano contemporaneo oppure ai tanti prodotti di culto provenienti dall’area cinese (nella quale dobbiamo includere, al di là delle dispute geopolitiche, anche Taiwan e Hong Kong). Ogni tanto però è giusto rimarcare l’importanza della scuola filippina Continua a leggere

Blind

di Ahn Sang-Hoon (Corea del Sud, 2011)

Purtroppo sono ancora pochi i thriller coreani di valore che negli anni sono riusciti a trovare una distribuzione home video italiana: uno di questi è “Blind”, un film meno cruento e originale rispetto ad altre pellicole dello stesso tenore ma come sempre curato in ogni minimo dettaglio. Questo per sottolineare il costante livello medio-alto di molti prodotti provenienti Continua a leggere

Let Us Prey

let us prey_di Brian O’Malley (Irlanda/UK, 2014)

Abbiamo voluto concedere una seconda possibilità a “Let Us Prey”, una delle tante produzioni horror uscite durante lo scorso decennio inizialmente strombazzate oltre il dovuto (ma poi stranamente finite nel dimenticatoio). Dopotutto se il debuttante Brian O’Malley non è riuscito a far fruttare un buon soggetto e delle valide premesse, un motivo ci sarà. Ma andiamo con ordine, cercando di trovare il Continua a leggere

I Miserabili

i miserabilidi Ladj Ly (Francia, 2019)

Curiosamente in Francia, per competere nella corsa agli Oscar 2020, hanno scelto “I Miserabili” invece che puntare sull’eleganza del più quotato “Ritratto Della Giovane In Fiamme” (2019) di Céline Sciamma. Nonostante fosse impossibile battere il coreano “Parasite” (2019), l’opera dell’esordiente Ladj Ly è riuscita comunque ad approdare nella cinquina finale, dopo aver conquistato molti altri Continua a leggere

Peppermint Candy

peppermint candydi Lee Chang-Dong (Corea del Sud, 1999)

Fino a oggi Lee Chang-Dong ha diretto soltanto sei film in oltre vent’anni di carriera, una media piuttosto bassa che però viene ripagata dal fattore qualità. Sei pellicole ognuna delle quali molto importante per la storia del cinema coreano contemporaneo: “Green Fish” (1997), “Peppermint Candy” (1999), “Oasis” (2002), “Secret Sunshine” (2007), “Poetry” (2010) e il recente “BurningContinua a leggere

Muere, Monstruo, Muere

muere, monstruo, mueredi Alejandro Fadel (Argentina/Cile/Francia, 2018)

Dopo le proiezioni del 2018 sugli schermi di prestigiosi festival come Cannes, Sitges e Neuchâtel, di “Muere, Monstruo, Muere” (“Murder Me, Monster”) avevamo perso le tracce. La possibilità di vederlo ci ha comunque confermato quanto sia in crescita il cinema fantastico sudamericano, considerando che dietro questa Continua a leggere

L’Humanité

l'humanitédi Bruno Dumont (Francia, 1999)

Io non devo trasformare i personaggi in degli eroi. I film in cui l’eroe è una brava persona non hanno un valore, sono solo un divertimento. Il mio cinema è come un vaccino, un veleno. Io lo inietto, così lo spettatore impara a difendersi”. Questo è Bruno Dumont, prendere o lasciare. Dopo un esordio con i fiocchi (“L’Età Inquieta”), il regista di Bailleul gira il secondo lungometraggio ancora una Continua a leggere

Roma, L’Altra Faccia Della Violenza

roma l'altradi Marino Girolami (Italia/Francia, 1976)

Un anno dopo gli incassi record di “Roma Violenta” (1975), Marino Girolami (aka Franco Martinelli) batte il ferro finché è caldo, passando da un rigoroso poliziottesco tout court a un miscuglio abbastanza riuscito in cui convivono azione, inseguimenti, giustizia privata e la succulenta novità del periodo – in seguito ai tragici fatti di cronaca del Circeo – legata ai pariolini violenti. Un Continua a leggere