Gyo: Tokyo Fish Attack

gyo tfadi Takayuki Hirao (Giappone, 2012)

I manga di Junji Itō sono crudeli, raccapriccianti, malsani e bizzarri, una fonte inesauribile di idee e di contenuti per il cinema horror giapponese contemporaneo. Oltre ad aver ispirato una manciata di film piuttosto apprezzati dai suoi fan (tra i quali ricordiamo la lunga serie dedicata a “Tomie” oppure il weirdoUzumaki”), il lavoro di Itō ha dato il via alla realizzazione di un anime a dir Continua a leggere

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Il Settimo Continente

dskdi Michael Haneke (Austria, 1989)

Michael Haneke ha ormai quarantasei anni quando dirige il suo primo lungometraggio per il cinema, un’età che gli permette di osservare la realtà con maggiore lucidità e consapevolezza. Ne esce fuori uno dei suoi film più asciutti e freddi mai realizzati, il capitolo iniziale della celebre trilogia della glaciazione che il regista completerà con i successivi “Benny’s Video” (1992) e “71 Frammenti Di Una Continua a leggere

Piranha

piranhadi Joe Dante (Stati Uniti, 1978)

Poco tempo dopo l’enorme successo ottenuto da “Lo Squalo” (1975), era possibile cavalcare l’onda vincente creata da Steven Spielberg con mezzi più risicati? Joe Dante ci è riuscito bene, altri meno. Da un regista formato da Roger Corman – quindi cresciuto con la giusta preparazione e con una grande passione per il cinema di genere – non poteva essere altrimenti. Sono dunque bastati poco Continua a leggere

Blue My Mind

Blue My Mind DVD Coverdi Lisa Brühlmann (Svizzera, 2017)

Esordio di spessore questo “Blue My Mind” per la regista (e attrice) svizzera Lisa Brühlmann, qui artefice di un coming of age finalmente originale, capace di deviare con intelligenza verso territori di matrice horror fantasy. Un’affascinante metafora per un film semplice ma efficace, letto da quello sguardo tipicamente femminile che non rinuncia mai a esplorare la contorta psicologia di una Continua a leggere

Cold Fish

cold fishdi Sion Sono (Giappone, 2010)

Se “Love Exposure” (2008) si può considerare il film più completo (e celebrato) tra quelli diretti da Sion Sono, “Cold Fish” è sicuramente quello più oscuro e malsano. Una lenta discesa all’inferno che vola via in un batter d’occhio, nonostante il minutaggio sfiori le due ore e mezza di durata. Un’opera liberamente ispirata a una storia vera avvenuta in Giappone (i Saitama dog-lovers murders) Continua a leggere