La Vergine Dei Sicari

di Barbet Schroeder (Francia/Colombia, 2000)

“La Vergine Dei Sicari” (“La Virgen De Los Sicarios”), per una serie di motivi, è un film che non è mai stato pubblicizzato a dovere. All’epoca della sua uscita (nonostante i buoni riscontri della critica e gli applausi al Festival di Venezia), la censura non fu clemente nei confronti di Barbet Schroeder, almeno qui in Italia, dove la natura anticlericale di alcuni dialoghi Continua a leggere

Pubblicità

Deadlock

di Roland Klick (Germania Ovest, 1970)

Pur non essendo mai stato un nome di punta del Nuovo Cinema Tedesco (Wenders, Herzog e Fassbinder appartengono a un altro mondo), Roland Klick si è preso qualche piccola soddisfazione con il trascorrere del tempo, quando la critica ha cominciato a rivalutare alcune sue pellicole all’epoca bistrattate: “Deadlock” fu persino sedotto e abbandonato Continua a leggere

Where The Dead Go To Die

di Jimmy ScreamerClauz (Stati Uniti, 2012)

Il cinema di animazione nasce per spingersi oltre i confini dell’immaginazione. Tuttavia, dietro ogni angolo può nascondersi sia un paradiso (per bambini) che un inferno (rigorosamente per adulti). Nel caso di “Where The Dead Go To Die”, ci riferiamo ovviamente alla seconda ipotesi: quello diretto da Jimmy ScreamerClauz (newyorkese classe 1983) non è Continua a leggere

Seven Invisible Men

di Šarūnas Bartas (Lituania/Francia/Portogallo, 2005)

Di “Seven Invisible Men” (“Septyni Nematomi Zmones”) ne avevamo già parlato alcuni anni fa, inserendolo in una lista di titoli (tutt’altro che confortanti) provenienti dal blocco ex-sovietico. Ancora oggi, questo lungometraggio resta uno dei più significativi tra quelli realizzati da Šarūnas Bartas (regista lituano classe 1964, esponente di Continua a leggere

Dangerous Encounters Of The First Kind

di Tsui Hark (Hong Kong, 1980)

“Dangerous Encounters Of The First Kind” è un lungometraggio capace di mettere in circolo delle sensazioni probabilmente uniche all’interno del movimento cinematografico di Hong Kong. Non a caso Tsui Hark è partito da molto lontano, da quella new wave senza la quale non si sarebbe potuta sviluppare una scuola tra le più acclamate e celebrate Continua a leggere

Doom Generation

di Gregg Araki (Stati Uniti, 1995)

“Doom Generation” è pregno di anni novanta dal primo all’ultimo fotogramma, non a caso all’epoca per molti giovani (oggi ultraquarantenni) questo era da considerare un film manifesto. La cosiddetta Generazione X persa tra sesso, violenza e nichilismo. Inoltre la pellicola rappresenta il secondo e più celebre tassello della Teenage Apocalypse Trilogy, uno Continua a leggere

Melancholie Der Engel

mdedi Marian Dora (Germania, 2009)

Se la nostra passione nei confronti del cinema estremo fosse condizionata da qualche solido pregiudizio, non avrebbe neppure senso perdere del tempo guardando questo tipo di pellicole. Tutto però ha un limite. A tal proposito il caso di “Melancholie Der Engel” è piuttosto eclatante, perché si tratta di un filmaccio pregno di violenza gratuita e di misoginia tanto per, due prerogative Continua a leggere

Blind Shaft

blind shaftdi Li Yang (Cina/Germania/Hong Kong, 2003)

Solo di recente Li Yang ha concluso la sua ipotetica trilogia incentrata sui contrasti sociali di una Cina a noi sconosciuta, risale infatti al 2017 il suo ultimo “Blind Way”, un terzo capitolo comunque meno brillante rispetto ai primi due lungometraggi, “Blind Shaft” (2003) e “Blind Mountain” (2007). Davanti a questi titoli inequivocabili, una domanda sorge spontanea: la Cina contemporanea ha (forse) Continua a leggere

Au Hasard Balthazar

au hasard balthazardi Robert Bresson (Francia/Svezia, 1966)

Insieme al successivo “Mouchette” (1967) che ne rappresenta il naturale prolungamento, “Au Hasard Balthazar” incarna una delle più strazianti riflessioni sul male mai raccontate dal cinema. Dietro la macchina da presa troviamo Robert Bresson, maestro assoluto del minimalismo francese. Questi due film rappresentano una vera e propria esperienza filosofica, una lezione di Continua a leggere