Frozen

di Adam Green (Stati Uniti, 2010)

No, questa non è una storia vera. Però potrebbe succedere, visto che nel mondo situazioni più o meno simili possono accadere da un momento all’altro (solo alcuni giorni fa, in New Mexico, un gruppo di persone è rimasto bloccato all’interno di una funivia per diverse ore, mentre il termometro era sceso a meno quattro). “Frozen” nasce dunque dalla mente Continua a leggere

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Sennentuntschi

sennentuntschidi Michael Steiner (Svizzera, 2010)

Sono davvero infinite le leggende popolari del nostro caro vecchio continente tramandate di generazione in generazione, anche se noi ne conosciamo soltanto una minuscola parte: ogni piccola comunità custodisce delle storie dove la fantasia ha delle solide basi ancorate alla realtà e in cui il sacro si mescola al profano alimentando il fascino stesso di questi racconti. Il cinema di Continua a leggere

Monos

monosdi Alejandro Landes (Colombia, 2019)

Alejandro Landes era sparito dai radar da ben otto anni, correva infatti il 2011 quando il suo esordio (“Porfirio”) veniva proiettato sugli schermi di Cannes. Con “Monos” (qui in Italia barbaramente intitolato “Un Gioco Da Ragazzi – Monos”) le ambizioni salgono, anche se la bellezza di queste immagini deve spesso scontrarsi con la vacuità di una storia fine a se stessa: un limite che non Continua a leggere

La Ballata Di Narayama

la ballata di narayamadi Shôhei Imamura (Giappone, 1983)

Shôhei Imamura (1926-2006) non solo è stato uno dei più importanti registi della nouvelle vague giapponese, ma si è distinto anche per aver vinto ben due volte la Palma d’Oro a Cannes, nel 1983 con “La Ballata Di Narayama” e nel 1997 con “L’Anguilla”. L’interesse per l’indagine sociale è un tema che ritroviamo spesso nelle sue pellicole, una ricerca che travalica epoche e contesti come accade Continua a leggere

Black Mountain Side

black mountain sidedi Nick Szostakiwskyj (Canada, 2014)

Un horror ambientato in un territorio sepolto dalla neve parte già con le peggiori intenzioni, perché il senso di isolamento e di solitudine suggerito da questo panorama spesso non permette vie di fuga ai malcapitati di turno. Ne sappiamo qualcosa con “The Thing” (1982) di John Carpenter, un film che più di altri (incluso il suo padrino naturale del 1951) ha ispirato pellicole di questo tipo. “Black Mountain Continua a leggere