Nói Albinói

di Dagur Kári (Islanda, 2003)

C’è poco da stare allegri con “Nói Albinói”, produzione islandese del 2003 che lascia davvero poco spazio alla speranza. La location isolata (un piccolo paese sulla costa nord-occidentale dell’isola) parla da sola, perché trascorrere gran parte della propria esistenza circondati da cumuli di neve non deve essere affatto semplice. Poi c’è il diciassettenne Nói Continua a leggere

Van Diemen’s Land

di Jonathan Auf Der Heide (Australia, 2009)

Probabilmente qualcuno di voi conosce già il significato di Van Diemen’s Land, era infatti il 1988 quando gli U2 fecero uscire un brano omonimo sul loro album “Rattle And Hum”. Il riferimento è al vecchio nome della Tasmania (un’isola a sud dell’Australia utilizzata dai britannici come colonia penale per alcuni decenni dell’800), una terra fredda e Continua a leggere

Essential Killing

essential killingdi Jerzy Skolimowski (Polonia/Norvegia, 2010)

Un’opera asciutta per non dire essenziale, che ricalca praticamente quanto già annunciato dal titolo. Forse manca qualcosa a “Essential Killing” per essere definito un film di grande spessore, ma il vecchio Jerzy Skolimowski (qui già ultrasettantenne) conosce bene le regole del gioco e riesce comunque a regalarci alti momenti di cinema: non a caso i riconoscimenti non sono mancati, gran Continua a leggere

13 Tzameti

13 tzametidi Géla Babluani (Francia, 2005)

Produzione francese ma regista e titolo georgiano (tzameti significa tredici) per questo agghiacciante thriller uscito nel 2005, uno dei film più allucinanti tra quelli realizzati durante gli anni zero. Premiato sia al Sundance che a Venezia, “13 Tzameti” segna il debutto per Géla Babluani, chiamato poi nel 2010 a dirigere il remake americano della stessa pellicola, un rifacimento (a colori) ovviamente evitabile. Continua a leggere

Ivan

ivandi Janez Burger (Slovenia/Croazia, 2017)

Al di là del nostro confine nord-orientale c’è un cinema tutto da scoprire, quello sloveno. Se alcuni anni fa abbiamo assaporato l’esordio di Rok Bicek (il suo “Class Enemy” arrivò persino nelle sale italiane), oggi puntiamo lo sguardo sul talentuoso Janez Burger, un regista più esperto che ci interessa molto da vicino: “Ivan” è infatti un durissimo film drammatico (travestito da thriller) che merita Continua a leggere

First Love

first lovedi Takashi Miike (Giappone, 2019)

Il primo amore non si scorda mai, ecco perché un titolo come “First Love” può anche riferirsi alla prima vera passione di Takashi Miike, quella per gli yakuza movie, un genere che in passato gli ha garantito tanta popolarità. Pur non essendo un capolavoro, questo film finalmente riporta il regista giapponese su buoni livelli, considerando la cocente delusione di “Terra Formars” (2016) e il non proprio Continua a leggere

La Belva Dell’Autostrada

la belva dell'autostradadi Ida Lupino (Stati Uniti, 1953)

“La Belva Dell’Autostrada” (“The Hitch-Hiker”) è un thriller-noir ispirato a un evento di cronaca nera accaduto in California all’inizio degli anni cinquanta, quando un uomo di nome Billy Cook, dopo aver assassinato una famiglia di cinque persone e poi un altro povero malcapitato, si mise in fuga sequestrando due cacciatori per cercare di raggiungere prima possibile il confine messicano. Ida Continua a leggere

28 Giorni Dopo

28di Danny Boyle (Gran Bretagna, 2002)

Scrivere una breve retrospettiva su “28 Giorni Dopo” (“28 Days Later…”) rappresenta l’occasione giusta per ribadire la differenza, a nostro avviso abissale, tra il cinema degli zombi e quello degli infetti. Da una parte gli storici film di George Romero e derivati, dall’altra una serie di pellicole in cui questi morti viventi (neppure tanto morti a dire il vero) corrono all’impazzata come cani rabbiosi. In tal Continua a leggere

Abducted In Plain Sight

abducted in plain sightdi Skye Borgman (Stati Uniti, 2017)

“Abducted In Plain Sight” è l’ennesima storia di ordinaria follia che ci arriva dalla provincia americana, dall’Idaho esattamente, lo stato nel quale durante gli anni settanta uno scabroso episodio di cronaca nera ha turbato la tranquilla quotidianità di una cittadina come tante. Skye Borgman dirige un documentario di quelli che fanno male, mettendo davanti alla telecamera i protagonisti di una vicenda Continua a leggere

Catch Me Daddy

cmddi Daniel Wolfe (Gran Bretagna, 2014)

Daniel Wolfe non è solo sinonimo di videoclip. Nel 2014 il regista, coadiuvato dal fratello Matthew nel ruolo di co-sceneggiatore, dirige un film di tutto rispetto destinato a scuotere la critica specializzata. Peccato però che fino a oggi questo lavoro sia rimasto un caso isolato nella carriera di Daniel. “Catch Me Daddy”, oltre a focalizzarsi su una serie di argomenti attuali come l’integrazione e il confronto Continua a leggere