The Asphyx

di Peter Newbrook (Gran Bretagna, 1972)

“The Asphyx” è un horror gotico di provenienza britannica uscito nel lontano 1972, quando questo genere era già considerato fuori tempo massimo. In questo caso, l’inquietante storia messa in scena dal regista Peter Newbrook è sorretta da un elemento sovrannaturale di taglio sci-fi, un diversivo senza dubbio originale capace di rendere affascinante un Continua a leggere

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Infinity Pool

di Brandon Cronenberg (Canada/Croazia/Ungheria, 2023)

Brandon Cronenberg (figlio del celebre David) ha fatto un discreto balzo in avanti con questo “Infinity Pool”, il suo terzo lungometraggio dopo l’esperienza di “Antiviral” (2012) e del più recente “Possessor” (2020). Questa volta, una storia messa a fuoco con maggior convinzione e uno script meno sconclusionato rispetto al passato, ci permettono di Continua a leggere

Alien 2 – Sulla Terra

di Ciro Ippolito (Italia, 1980)

Accantonate momentaneamente le sceneggiate napoletane che lo avevano impegnato alla fine dei 70s, Ciro Ippolito decise di cambiare aria per un po’, salendo sul carrozzone dei sequel apocrifi dopo essere rimasto folgorato da un poster gigante di “Zombi 2” (appeso per l’occasione nella centrale Piazza Cavour a Roma). Siccome i morti viventi se li era Continua a leggere

Il Cervello Che Non Voleva Morire

di Joseph Green (Stati Uniti, 1962)

Tra le figure di spicco del cinema fantastico, c’è quella del mad doctor, uno scienziato pazzo intenzionato a sovvertire il codice etico e morale della sua disciplina, in modo tale da raggiungere dei pericolosi nonché rischiosi obiettivi personali. A tal proposito, esiste una linea di congiunzione capace di unire le tante pellicole incentrate su questo personaggio Continua a leggere

Nope

di Jordan Peele (Stati Uniti/Giappone/Canada, 2022)

Jordan Peele è un regista sopravvalutato? Adesso, dopo aver visto “Nope”, una domanda di tale entità diventa più che lecita. Un peccato, perché se avevamo apprezzato non poco l’inquietante esordio “Get Out” (2017), già con il successivo “Us” (2019) la carne al fuoco si era drammaticamente moltiplicata: ambizioni forse eccessive per un nome entrato Continua a leggere

Mad God

di Phil Tippett (Stati Uniti, 2021)

Per entrare nella storia del cinema, non bisogna essere per forza registi o attori: provate a chiederlo a Phil Tippett (per lui solo due lungometraggi dietro la macchina da presa), un mostro sacro degli effetti speciali. Alcuni titoli per cui ha lavorato? “Guerre Stellari”, “Indiana Jones e Il Tempio Maledetto”, “RoboCop” e poi ancora “Jurassic Park”, film Continua a leggere

Frankenstein

di James Whale (Stati Uniti, 1931)

Per poter essere definito un capolavoro, un film deve possedere tante peculiarità espresse ai massimi livelli. Ecco perché “Frankenstein” di James Whale è una pietra miliare impossibile da dimenticare, oltre a essere un classico senza tempo del cinema (fanta)horror targato Universal. Diventa dunque una sfumatura di poco conto preferire Continua a leggere

Night Of The Comet

di Thom Eberhardt (Stati Uniti, 1984)

Probabilmente i cultori degli anni ottanta questo film se lo ricordano benissimo: le atmosfere, quel cielo perennemente rossastro, la colonna sonora, le capigliature cotonate delle protagoniste, sono davvero tanti gli ingredienti capaci di far felici i numerosi appassionati di quel decennio. Tutto ciò al di là di uno script piuttosto banale e privo di ritmo Continua a leggere

The Antenna

di Orcun Behram (Turchia, 2019)

Giorno dopo giorno, ci stiamo avvicinando all’ordine ideale. Qualsiasi violazione dell’ordine verrà eliminata in fretta”. A volte basta una semplice frase per comprendere il succo di un film, una manciata di parole capaci di penetrare fin dentro l’essenza stessa di una pellicola. “The Antenna” (“Bina”) dunque non ha segreti, anche perché è un fantahorror Continua a leggere

Synchronic

di Justin Benson e Aaron Moorhead (Stati Uniti, 2019)

Justin Benson e Aaron Moorhead sono due registi di talento, questo lo avevamo intuito fin dal lontano esordio “Resolution” (2012) e poi ancora con il successivo “Spring” (2014), sicuramente il loro titolo più conosciuto. Raggiunto dunque in poco tempo un livello qualitativo tra il discreto e il buono, da questi due americani era lecito attendersi un definitivo salto di Continua a leggere