Mother Is A Whore

di Lee Sang-Woo (Corea del Sud, 2009)

Il cinema coreano, anche quello acclamato nelle sale e nei festival di tutto il mondo, non si è mai autoimposto dei limiti o delle censure, non a caso in molte di queste pellicole sono presenti immagini decisamente forti per un pubblico medio. Scendendo invece giù nell’underground, sembra ci sia qualcosa di ancora più estremo che bolle in pentola, come Continua a leggere

Thirst

di Park Chan-Wook (Corea del Sud/Stati Uniti, 2009)

Che il cinema dei vampiri non debba per forza ridursi ai grandi classici del passato o alle solite pellicole adolescenziali di ultima generazione, è un dato di fatto: senza andare troppo indietro nel tempo, film come “Lasciami Entrare” (2008) o il più recente “Solo Gli Amanti Sopravvivono” (2013) hanno dimostrato che esiste anche una terza via, in cui la Continua a leggere

Hope

di Lee Joon-Ik (Corea del Sud, 2013)

Durante lo scorso decennio, in Corea del Sud si sono distinti un paio di film entrambi legati da una tematica molto delicata, quella incentrata sugli abusi sessuali nei confronti dei minori: se “Silenced” (2011) ha sbaragliato la concorrenza al Far East Festival di Udine, questo “Hope” (di due anni successivo) ha trovato comunque tanti estimatori in giro Continua a leggere

Oasis

oasisdi Lee Chang-Dong (Corea del Sud, 2002)

Se “Oasis” fosse stato girato a Hollywood, probabilmente sarebbe uscita fuori una delle più patetiche storie strappalacrime di sempre. Per fortuna ancora oggi nessuno ha avuto la bizzarra idea di farne un remake americano, lasciando al sempre ottimo Lee Chang-Dong l’ingrato compito di essere stato l’unico a saper maneggiare con cura una tematica così controversa, in cui l’onestà Continua a leggere

The Gangster, The Cop, The Devil

the gangster, the cop, the devildi Lee Won-Tae (Corea del Sud/Stati Uniti, 2019)

Se un titolo come “Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo” (1966) aveva ispirato Kim Jee-Woon per il suo “Il Buono, Il Matto, Il Cattivo” (2008), oggi in Corea è il turno di Lee Won-Tae, regista emergente qui al suo secondo film. Con “The Gangster, The Cop, The Devil” si continua a giocare con il capolavoro di Sergio Leone, puntando i riflettori su tre personaggi il cui rapporto diventa fondamentale per l’economia Continua a leggere

Peppermint Candy

peppermint candydi Lee Chang-Dong (Corea del Sud, 1999)

Fino a oggi Lee Chang-Dong ha diretto soltanto sei film in oltre vent’anni di carriera, una media piuttosto bassa che però viene ripagata dal fattore qualità. Sei pellicole ognuna delle quali molto importante per la storia del cinema coreano contemporaneo: “Green Fish” (1997), “Peppermint Candy” (1999), “Oasis” (2002), “Secret Sunshine” (2007), “Poetry” (2010) e il recente “BurningContinua a leggere

A Bloody Aria

abloodydi Won Shin-Yeon (Corea del Sud, 2006)

In poco meno di vent’anni di carriera, il coreano Won Shin-Yeon ha girato sei lungometraggi, la maggior parte dei quali sono rimasti praticamente sconosciuti nel mercato occidentale. Se il suo primo film (“The Wig”) era un horror tutto sommato trascurabile, qualcosa di più interessante l’abbiamo vista di recente con il thriller “Memoir Of A Murderer” (2017), un titolo non fondamentale Continua a leggere

Madre

madredi Bong Joon-Ho (Corea del Sud, 2009)

Quello che ci auguriamo è che l’effetto “Parasite” (2019) permetta a molte persone di scoprire definitivamente questo grande regista coreano, capace fin dagli esordi di spaziare con disinvoltura tra diversi generi cinematografici. Oggi abbiamo deciso di dare spazio al suo film più intenso e disperato, “Madre”, un dramma camuffato da thriller capace di mostrare tutta la poetica di Bong Continua a leggere

R-Point

r-pointdi Kong Su-Chang (Corea del Sud, 2004)

Anche la Corea del Sud partecipò al conflitto del Vietnam, appoggiando con mezzi e uomini lo schieramento statunitense e pagandone le conseguenze con oltre cinquemila perdite. Nel 2004 il regista Kong Su-Chang, già tra gli sceneggiatori del celebre thriller “Tell Me Something” (1999), realizzò questo lavoro abbastanza atipico per il cinema coreano, un film di guerra capace di Continua a leggere

Parasite

parasitedi Bong Joon-Ho (Corea del Sud, 2019)

Trattenete il fiato e buttatevi a capofitto nella visione di “Parasite” (“Gisaengchung”), ne uscirete rigenerati dopo due ore abbondanti di grande cinema. Lo stesso Bong Joon-Ho sembra aver ritrovato la retta via coreana, in seguito all’esperienza di ampio respiro intrapresa prima con “Snowpiercer” (2013) e poi con “Okja” (2017), due film di discreta fattura ma comunque ben lontani Continua a leggere