Father Is A Dog

di Lee Sang-Woo (Corea del Sud, 2010)

“Father Is A Dog” (“Abeojineun Gaeda”) rappresenta il secondo capitolo di una bad family trilogy cominciata un anno prima con “Mother Is A Whore” (2009) e terminata nel 2014 con “I Am Trash”. Come abbiamo già appurato con il precedente capitolo, Lee Sang-Woo non è un regista a cui interessa raccogliere consensi su scala internazionale (a differenza di Continua a leggere

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Project Wolf Hunting

di Hongsun Kim (Corea del Sud, 2022)

Prendete un grande frullatore e infilateci dentro un’idea di base presa in prestito da “Con Air” (dei prigionieri che si ribellano durante il loro trasferimento), tante botte in modalità sovraumana (“Riki-Oh”) e una quantità di brutalità e di violenza non troppo dissimile da quella vista nel delirante “The Sadness” (giusto per restare in estremo oriente) Continua a leggere

Sea Fog

di Sung-Bo Shim (Corea del Sud, 2014)

Dopo tanti anni, la strada di Bong Joon-Ho ha incontrato nuovamente quella di Sung-Bo Shim: se nell’ormai lontano 2003 i due avevano scritto insieme uno dei thriller più importanti di inizio secolo (“Memories Of Murder”), dopo oltre due lustri è stato Bong Joon-Ho a ricambiare il favore, producendo e sceneggiando insieme al collega questo discreto Continua a leggere

Tell Me Something

di Jang Yun-Hyeon (Corea del Sud, 1999)

Dopo un lungo periodo di oblio, con l’inizio del nuovo secolo il cinema sudcoreano si è rimesso in carreggiata grazie all’apporto di una serie di registi poi acclamati in giro per il mondo, le cui pellicole sono state distribuite praticamente ovunque. Sono soprattutto i film drammatici e i thriller a stupire ancora oggi sia il pubblico che la critica. Nel caso Continua a leggere

Night In Paradise

di Park Hoon-Jung (Corea del Sud, 2020)

Già passato in rassegna fuori concorso al Festival di Venezia 2020 (quello per pochi intimi), “Night In Paradise” ha finalmente raggiunto un pubblico più vasto grazie all’interesse di Netflix. Dietro la macchina da presa ritroviamo una nostra vecchia conoscenza, ovvero quel Park Hoon-Jung già sceneggiatore dello straripante “I Saw The Devil” (2010) ma poi Continua a leggere

Snowpiercer

di Bong Joon-Ho (Corea del Sud/Repubblica Ceca, 2013)

Senza dover per forza separare queste due scuole con l’accetta, è tuttavia innegabile che ci siano differenze enormi (storiche, estetiche e culturali) tra il cinema di matrice orientale e quello di matrice occidentale. Curiosamente, proprio nel 2013, escono tre film in cui accade qualcosa di trasversale: se Park Chan-Wook gira a Hollywood “Stoker” (un’opera Continua a leggere

Han Gong-Ju

di Lee Su-Jin (Corea del Sud, 2013)

Una delle tematiche cinematografiche più scottanti e dolorose è quella legata agli abusi sessuali, un orrore che può essere messo in scena in mille modi diversi. In Corea del Sud la finzione ha spesso trovato terreno fertile nel revenge movie, come per esempio abbiamo visto nel devastante “Bedevilled” (2010). Ma se alla base di tutto c’è una storia realmente Continua a leggere

Lady Vendetta

di Park Chan-Wook (Corea del Sud, 2005)

Con questo lungometraggio del 2005 si chiude la celebre trilogia della vendetta di Park Chan-Wook, tre pellicole ognuna delle quali capace di brillare di luce propria. Difficile dunque scegliere tra un capolavoro assoluto del cinema coreano (“Mr. Vendetta”) e uno dei film orientali più celebri di sempre (“Oldboy”), con “Lady Vendetta” a rappresentare un Continua a leggere

Pietà

di Kim Ki-Duk (Corea del Sud, 2012)

La scomparsa di Kim Ki-Duk per noi è lunga da elaborare. Abbiamo perso un grande poeta della settima arte, un cineasta che ha permesso a molte persone di avvicinarsi alla bellezza del cinema coreano. Oggi ripeschiamo il suo ultimo successo su scala internazionale, “Pietà” (il titolo si può scrivere anche senza accento), il film che si impose a Venezia nel 2012 Continua a leggere