The Blair Witch Project

di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez (Stati Uniti, 1999)

In October of 1994, three student filmmakers disappeared in the woods near Burkittsville, Maryland, while shooting a documentary. A year later, their footage was found…”. Comincia con queste parole uno dei film spartiacque nella storia del cinema horror (e non solo), un prodotto basilare per la rinascita di un genere in debito di ossigeno durante Continua a leggere

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Antichrist

di Lars Von Trier (Danimarca/Germania/Francia, 2009)

“Antichrist” è una pellicola che necessita più di una visione, in modo tale da poter assimilare la sostanza filosofica che ne traccia il percorso. Assimilare però non significa comprendere, perché questo lungometraggio resta ancora oggi il più criptico ed enigmatico tra quelli diretti da Lars Von Trier: parliamo di un’idea sviluppata già nel 2006, quando il Continua a leggere

Cocaine Bear

di Elizabeth Banks (Stati Uniti, 2023)

Based on true events”. Almeno per quanto riguarda l’idea di base, perché il resto del film viaggia non poco sui binari della fantasia. Stiamo parlando di un carico di cocaina lanciato giù da un aereo in picchiata e finito nel cuore di un parco nazionale in Georgia, durante il 1985. Fin qui tutto nella norma, al contrario di ciò che accade poco dopo: è un orso bruno il Continua a leggere

Maladolescenza

di Pier Giuseppe Murgia (Italia/Germania Ovest, 1977)

Soltanto i magnifici anni settanta potevano sputare fuori un’opera del genere, un coming of age unico e irripetibile, ancora oggi oggetto di critiche e di censure (in Germania e nei Paesi Bassi, “Maladolescenza” è bandito da svariati anni, poiché ritenuto un prodotto pedopornografico). I protagonisti delle vicende sono infatti tre attori all’epoca giovanissimi Continua a leggere

Wolf Hunter

di Shawn Linden (Canada/Stati Uniti, 2020)

Questa produzione nordamericana è uscita in edizione home video con il titolo “Wolf Hunter”, anche se sarebbe stato più coerente preservare la denominazione originale “Hunter Hunter”. In effetti, qui il lupo serve soltanto per depistare lo spettatore, perché a far paura è qualcos’altro: meglio allora un cacciatore davanti allo specchio, due volte hunter, Continua a leggere

The Village

di M. Night Shyamalan (Stati Uniti, 2004)

Se con il pregevole “Il Sesto Senso” (1999) il regista indiano naturalizzato americano M. Night Shyamalan era riuscito a mettere d’accordo tutti, la sua restante filmografia ha diviso sia pubblico che la critica fino ai giorni nostri. In attesa di vedere “Old” (2021), non abbiamo ancora trovato modo di spendere due parole su pellicole a nostro avviso poco riuscite Continua a leggere

In The Earth

di Ben Wheatley (Gran Bretagna, 2021)

Conceived, written and produced in quarantine”. La pandemia ha cambiato molte cose, anche i progetti e le idee che frullavano nella testa dei registi e dei produttori: l’occasione è stata colta al volo da Ben Wheatley con questo “In The Earth”, un film ben lontano dalle sue ultime cose (per giunta neppure entusiasmanti). Per il regista dell’Essex questo è invece Continua a leggere

Butchers

di Adrian Langley (Canada, 2020)

Se nel 2003 un film come “Wrong Turn” risultava una sorta di copia sbiadita dei grandi capolavori horror degli anni settanta, con “Butchers” scadiamo addirittura nel derivativo del derivativo, visto che anche qui le vicende prendono vita lungo una strada isolata che attraversa un bosco, strizzando l’occhio proprio a “Wrong Turn”. Continua a leggere

Hunted

di Vincent Paronnaud (Belgio/Francia/Irlanda, 2020)

Dopo essersi confrontato essenzialmente con il cinema di animazione, per il francese Vincent Paronnaud è scoccata l’ora del thriller truculento, un film che già dal titolo non lascia presagire nulla di buono: “Hunted” forse suona fin troppo banale, ma alla resa dei conti è meglio di “Cosmogonie”, ovvero la fantasiosa denominazione originaria di questa pellicola Continua a leggere

Van Diemen’s Land

di Jonathan Auf Der Heide (Australia, 2009)

Probabilmente qualcuno di voi conosce già il significato di Van Diemen’s Land, era infatti il 1988 quando gli U2 fecero uscire un brano omonimo sul loro album “Rattle And Hum”. Il riferimento è al vecchio nome della Tasmania (un’isola a sud dell’Australia utilizzata dai britannici come colonia penale per alcuni decenni dell’800), una terra fredda e Continua a leggere