Ecco L’Impero Dei Sensi

di Nagisa Ôshima (Giappone/Francia, 1972)

“Ecco L’Impero Dei Sensi” è una pietra miliare del cinema erotico mondiale, una vera e propria corrida d’amore (riferendoci alla traduzione del titolo originale “Ai No Korîda”) che Nagisa Ôshima realizzò ispirandosi a una storia vera accaduta in Giappone nel 1936. Insieme al celebre regista, troviamo Kôji Wakamatsu nelle vesti di produttore esecutivo Continua a leggere

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Dhogs

di Andrés Goteira (Spagna, 2017)

Se oggi i giovani registi spagnoli ci riescono, quelli italiani sembra invece che abbiano paura di provarci. Non è necessario dirigere un capolavoro o chissà quale pellicola da tramandare ai posteri, perché l’importante è saper osare, rischiando anche di fare il passo più lungo della gamba. Andrés Goteira (qui al suo debutto) probabilmente è andato oltre le sue Continua a leggere

La Chiesa

di Michele Soavi (Italia, 1989)

Dopo “Dèmoni” (1985) e “Dèmoni 2… L’Incubo Ritorna” (1986), Lamberto Bava avrebbe dovuto girare anche il terzo capitolo di questa ipotetica trilogia, un impegno che non venne mai portato a termine poiché alla fine degli anni ottanta il regista romano già lavorava a pieno regime sul fronte televisivo. La sceneggiatura però era già pronta, così fu chiamato Continua a leggere

Watcher In The Attic

watcher in the atticdi Noboru Tanaka (Giappone, 1976)

Il titolo originale “Edogawa Rampo Ryôki-Kan: Yaneura No Sanposha” non lascia dubbi al riguardo, “Watcher In The Attic” è l’ennesimo film giapponese tratto da un’opera del celebre scrittore nipponico Edogawa Rampo (una lista molto lunga nella quale troviamo pellicole come “Blind Beast” di Yasuzô Masumura o “Gemini” di Shinya Tsukamoto). Da noi a malapena conosciuto con la Continua a leggere

Fingered

fingereddi Richard Kern (Stati Uniti, 1986)

“Fingered” rappresenta l’apice estremo e concettuale di Richard Kern, la comunione perversa e assoluta del binomio sex & violence. Ventitre minuti di totale provocazione, di meravigliosa e libera anarchia, di puro oltraggio al politicamente corretto. Il valore aggiunto è anche dato dal fatto che ci troviamo nel cuore degli 80s e non nel decennio precedente, quando invece la Continua a leggere

Border

border - creature di confinedi Ali Abbasi (Svezia/Danimarca, 2018)

La magia del cinema è inscindibile dai suoi significati: non esiste infatti un collegamento tra le immagini sullo schermo e le nostre emozioni senza una forte base concettuale capace di accendere questo motore, un flusso inarrestabile di energia che solo un bravo regista può gestire in maniera opportuna. In tal senso, l’iraniano naturalizzato danese Ali Abbasi è riuscito a compiere un piccolo Continua a leggere

O Fantasma

o fantasmadi João Pedro Rodrigues (Portogallo, 2000)

Ogni festival che si rispetti ha il suo film scandalo edizione dopo edizione, anzi a volte sono persino due (come accaduto a Venezia nel 2000). Oltre al magnifico e controverso “L’Isola” di Kim Ki-Duk, quell’anno in concorso c’era anche un semisconosciuto regista portoghese al suo esordio, João Pedro Rodrigues, autore di una pellicola più fischiata che applaudita: si tratta appunto di “O Continua a leggere

Japón

japondi Carlos Reygadas (Messico/Germania, 2002)

In attesa del suo nuovo lungometraggio (“Nuestro Tiempo”) in concorso a Venezia tra poche settimane, facciamo un grande passo indietro tornando al clamoroso debutto di Carlos Reygadas, “Japón”. Egli gira a soli trent’anni un film che potrebbe dirigere un navigato cineasta in preda ai rigurgiti esistenziali di fine carriera, eppure per il regista messicano questo lavoro rappresenta fin da Continua a leggere

A Lonely Cow Weeps At Dawn

a lonely cowdi Daisuke Gotô (Giappone, 2003)

Il cinema giapponese della perversione non finisce mai di stupirci: anche per questo motivo parlare di un pinku eiga non equivale a raccontare la storia di un filmetto softcore come tanti, proprio perché spesso in queste brevi pellicole tutto ha origine da un’idea malsana alle spalle. Il regista Daisuke Gotô rispetta i canoni del genere, dalla durata (intorno ai sessanta minuti) alla presenza del sesso su cui Continua a leggere

La Bestia

la bestiadi Walerian Borowczyk (Francia, 1975)

Il cinema erotico di Walerian Borowczyk non si può scindere da quel bisogno irrefrenabile di libertà sessuale, un concetto spesso imprigionato all’interno della mentalità borghese che ne ha sempre limitato ogni movimento. Così, quando l’essere umano è costretto a sottostare alle regole imposte dalla propria cultura di riferimento, tende a trasgredire: lo fa in maniera a volte plateale Continua a leggere