Lasciami Entrare

di Tomas Alfredson (Svezia, 2008)

Quella presente tra i fotogrammi di “Lasciami Entrare” (“Låt Den Rätte Komma In”) è un’alchimia di rara bellezza. Ispirandosi all’omonimo libro di John Ajvide Lindqvist (qui autore della sceneggiatura), Tomas Alfredson ha messo in scena una pellicola dalle diverse sfaccettature: troppo riduttivo parlare soltanto di horror, quando a entrare in Continua a leggere

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A Mia Sorella!

di Catherine Breillat (Francia/Italia, 2001)

Non esistono vie di mezzo: il cinema di Catherine Breillat è da prendere o da lasciare. Qualcuno non riesce proprio a tollerare il suo sguardo duro e sincero sulla sessualità, come se fosse un peccato mortale affrontare queste tematiche senza alcun pregiudizio o in totale disinvoltura. Non a caso, due anni prima di realizzare “A Mia Sorella!”, la regista francese Continua a leggere

Chrieg

chriegdi Simon Jaquemet (Svizzera, 2014)

Una delle tematiche più gettonate all’interno del circuito cinematografico indipendente è quella legata al difficile periodo dell’adolescenza, quando ci si affaccia per la prima volta nel doloroso mondo degli adulti. L’esordio dello svizzero Simon Jaquemet è l’ennesimo coming of age che di certo non brilla nel soggetto ma che trova la sua giusta dimensione grazie a una serie di intriganti peculiarità Continua a leggere

Blue Spring

blue springdi Toshiaki Toyoda (Giappone, 2001)

“Blue Spring” (“Aoi Haru”) è il disagio delle nuove generazioni agli albori del ventunesimo secolo, una tematica scottante che in Giappone sta ottenendo sempre più spazio nel mondo del cinema. Se proprio di recente abbiamo ammirato il notevole “Destruction Babies” (2016) di Tetsuya Mariko, con Toshiaki Toyoda facciamo un bel passo indietro ritornando al 2001: “Blue Spring” è infatti il suo Continua a leggere

Mouchette

MV5BMTk5NzgwOTMxMV5BMl5BanBnXkFtZTcwMDk2NDE0MQ@@._V1_di Robert Bresson (Francia, 1967)

Cinema estremo è anche cinema del dolore. “Mouchette – Tutta La Vita In Una Notte” è una profonda riflessione sul male realizzata da uno dei registi più influenti dello scorso secolo, Robert Bresson, indiscusso maestro francese del minimalismo. Un codice nel quale lo spettatore diventa il vero protagonista, poiché tocca a lui dover decifrare quelle sensazioni che i personaggi Continua a leggere