Sanctorum

di Joshua Gil (Messico/Repubblica Dominicana, 2019)

Nel lontano 2002, Joshua Gil mosse i primi passi nel cinema lavorando sul set di “Japón”, il capolavoro di Carlos Reygadas. Senza dubbio, l’influenza del celebre regista messicano ha plasmato non poco l’approccio estetico del suo conterraneo collega, nonostante Gil abbia esordito sul grande schermo soltanto nel 2015 (dirigendo il trascurabile “La Maldad”) Continua a leggere

Pubblicità

One Child Nation

di Nanfu Wang e Jialing Zhang (Stati Uniti, 2019)

Dal 1979 al 2015 la Cina ha adottato la politica del figlio unico, un’imposizione nei confronti dei cittadini ritenuta fondamentale per porre uno stop all’enorme incremento demografico del paese. In questo caso non ci interessa discutere sull’effettiva utilità o meno del controllo delle nascite (un discorso che si potrebbe allargare all’intero pianeta, sempre Continua a leggere

Luz: The Flower Of Evil

di Juan Diego Escobar Alzate (Colombia, 2019)

Il colombiano Juan Diego Escobar Alzate (classe 1987) è ancora giovane e ne deve fare di strada. Questo suo primo lungometraggio, seppur devoto al cinema di Alejandro Jodorowsky (il regista ha più volte dichiarato il suo grande amore per “El Topo”), non riesce infatti a tramutare in magia le tante interessanti premesse messe sul piatto. Le idee ci sono, l’alchimia Continua a leggere

The Other Lamb

di Małgorzata Szumowska (Irlanda/Belgio, 2019)

Małgorzata Szumowska è una regista ormai conosciuta e apprezzata non solo in terra polacca (del precedente “Mug”, uscito anche in Italia, ne abbiamo parlato a suo tempo). Da lei era dunque lecito attendersi uno step ulteriore in ambito internazionale, un’occasione che si è materializzata di recente con questo “The Other Lamb”, il primo lungometraggio della Szumowska Continua a leggere

Šavovi

di Miroslav Terzic (Serbia, 2019)

Questo film è ispirato a una storia vera. Ancora oggi, in Serbia, oltre cinquecento famiglie sono ancora alla ricerca dei propri bambini scomparsi”. Stavolta partiamo dai titoli di coda, da un epilogo che lascia tutto in sospeso, perché la verità non è ancora venuta a galla: ci riferiamo per l’appunto a una questione sociale tornata prepotentemente alla Continua a leggere

Blanco En Blanco

di Théo Court (Cile/Spagna, 2019)

Théo Court è nato a Ibiza nel 1980 da genitori cileni: per adesso la sua carriera ha raggiunto l’apice del successo con questo “Blanco En Blanco” (“White On White”), un valido lungometraggio premiato a Venezia nel 2019 nella sezione Orizzonti. Si tratta di un film plumbeo, lento e avvolgente, girato quasi esclusivamente nelle zone più fredde e impervie Continua a leggere

The Painted Bird

di Václav Marhoul (Repubblica Ceca/Slovacchia/Ucraina, 2019)

Ci sono voluti oltre dieci anni per realizzare questo lungometraggio di ben due ore e quarantanove minuti, un ennesimo (straziante) manifesto del cinema di guerra proveniente dai paesi del blocco (oggi ex) sovietico. Una produzione sontuosa ispirata all’omonimo romanzo di Jerzy Kosinski e presentata a Venezia nel 2019, dove l’opera ha raccolto Continua a leggere

Adoration

di Fabrice Du Welz (Belgio/Francia, 2019)

Reduce da un paio di esperienze commerciali alquanto trascurabili, il belga Fabrice Du Welz è rientrato finalmente nella sua comfort zone, riprendendo le redini di quel discorso che tanti anni fa lo aveva portato alla ribalta internazionale (“Calvaire” resta un titolo di punta della grande stagione horror franco-belga di inizio secolo). Un successo bissato più Continua a leggere

Ghost Town Anthology

di Denis Côté (Canada, 2019)

Denis Côté è un regista indipendente da tanti anni attivo in Québec, una provincia a maggioranza francofona del Canada orientale. Il suo cinema (sperimentale) è fortemente legato alle zone rurali di questo territorio, spazi e luoghi indefiniti dove i rapporti umani sono spesso segnati dalla solitudine e da un senso di costante isolamento: “Curling” (2010) Continua a leggere