2ldk

di Yukihiko Tsutsumi (Giappone, 2003)

“2LDK” (in Giappone, questa sigla si riferisce a un appartamento con due camere da letto) è un film nato per scommessa. Durante il 2003, i registi Yukihiko Tsutsumi e Ryûhei Kitamura decisero infatti di sfidarsi a vicenda, girando due pellicole con una coppia di personaggi all’interno di una piccola abitazione. Pochi yen per entrambi e una sola Continua a leggere

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Nói Albinói

di Dagur Kári (Islanda, 2003)

C’è poco da stare allegri con “Nói Albinói”, produzione islandese del 2003 che lascia davvero poco spazio alla speranza. La location isolata (un piccolo paese sulla costa nord-occidentale dell’isola) parla da sola, perché trascorrere gran parte della propria esistenza circondati da cumuli di neve non deve essere affatto semplice. Poi c’è il diciassettenne Nói Continua a leggere

Blind Shaft

blind shaftdi Li Yang (Cina/Germania/Hong Kong, 2003)

Solo di recente Li Yang ha concluso la sua ipotetica trilogia incentrata sui contrasti sociali di una Cina a noi sconosciuta, risale infatti al 2017 il suo ultimo “Blind Way”, un terzo capitolo comunque meno brillante rispetto ai primi due lungometraggi, “Blind Shaft” (2003) e “Blind Mountain” (2007). Davanti a questi titoli inequivocabili, una domanda sorge spontanea: la Cina contemporanea ha (forse) Continua a leggere

Mécanix

mécanixdi Rémy M. Larochelle (Canada, 2003)

Soltanto in tempi recenti la sempre attiva Unearthed Films si è occupata della distribuzione home video di “Mécanix”, un film in realtà uscito nel lontano 2003. Si tratta di un recupero di tutto rispetto, per un’opera capace di apportare nuova linfa al cinema estremo più sperimentale di inizio millennio. Il regista Rémy M. Larochelle (fino a oggi “Mécanix” è il suo primo e ultimo lavoro) dimostra Continua a leggere

Memories Of Murder

momdi Bong Joon-Ho (Corea del Sud, 2003)

Bong Joon-Ho ne ha fatta tanta di strada, ma se dovessimo scegliere il suo miglior lavoro, “Memories Of Murder” ancora oggi non ha rivali. Se i successivi “The Host” (2006) e “Madre” (2009) rappresentano due esperienze diametralmente opposte di assoluta importanza, la svolta commerciale è arrivata con “Snowpiercer” (2013) e “Okja” (2017), due titoli tecnicamente ineccepibili apprezzati Continua a leggere

A Lonely Cow Weeps At Dawn

a lonely cowdi Daisuke Gotô (Giappone, 2003)

Il cinema giapponese della perversione non finisce mai di stupirci: anche per questo motivo parlare di un pinku eiga non equivale a raccontare la storia di un filmetto softcore come tanti, proprio perché spesso in queste brevi pellicole tutto ha origine da un’idea malsana alle spalle. Il regista Daisuke Gotô rispetta i canoni del genere, dalla durata (intorno ai sessanta minuti) alla presenza del sesso su cui Continua a leggere

Nails

nailsdi Andrey Iskanov (Russia, 2003)

Mettiamo per un attimo da parte il cinema russo cupo ed esistenzialista che tanto ci piace (Andrey Zvyagintsev su tutti) per fare un salto tra le viscere della scena underground ex sovietica. Quella che ad esempio ci ha regalato perle estreme come “The Green Elephant” (1999). “Nails” (“Gvozdi”) atterra sullo schermo quattro anni più tardi e rappresenta l’esordio assoluto per un regista oggi piuttosto Continua a leggere

Alta Tensione

alta_di Alexandre Aja (Francia, 2003)

Fino a una dozzina di anni fa sembrava che Alexandre Aja dovesse spaccare il mondo. “Alta Tensione” (2003) è considerato a ragione uno dei film basilari della new wave of french horror, mentre il successivo “Le Colline Hanno Gli Occhi” (2006) è senza dubbio uno dei migliori remake realizzati durante il nuovo millennio. Un talento che però si è spento con le ultime pellicole, nonostante Continua a leggere

Zero Day

zero-daydi Ben Coccio (Stati Uniti, 2003)

Tre anni dopo la strage nella Columbine High School (avvenuta in Colorado nel 1999), i riflettori non si spengono. Il trauma è ancora vivo (in totale i morti furono quindici, inclusi i killer) e Michael Moore realizza il suo celebre documentario “Bowling a Columbine” (2002), una profonda riflessione sull’utilizzo smisurato delle armi da fuoco in America. Solo pochi mesi dopo, Gus Van Continua a leggere

Gozu

gozudi Takashi Miike (Giappone, 2003)

Con “Gozu” Takashi Miike riuscì a sorprendere la critica e il pubblico nell’edizione 2003 del Festival di Cannes. In effetti non solo si tratta di una pellicola tra le più folli mai dirette dal regista giapponese, ma è un’opera che riesce a catturare lo sguardo per la sua stratificazione continua di immagini e contenuti, la quale richiede un’attenzione costante da parte dello spettatore. In Continua a leggere