
di Jean-Jacques Beineix (Francia, 1986)
Finalmente abbiamo recuperato la director’s cut di “Betty Blue” (il titolo originale è “37°2 Le Matin”), tre ore di durata al contrario dei centoventi minuti della versione già apprezzata nelle sale cinematografiche o nelle vecchie uscite home video. Quello di Jean-Jacques Beineix è un film davvero controverso, capace di suscitare emozioni contrastanti sempre in bilico tra diversi registri cinematografici. Inoltre, la pellicola segna il debutto per Béatrice Dalle, talentuosa attrice francese dal passato alquanto tormentato (noi l’abbiamo ammirata più di una volta, in particolare nei pregevoli “Taxisti Di Notte”, “À L’Intérieur” e “Lux Æterna”).
L’opera si apre con una scena di sesso piuttosto audace tra la Dalle (qui poco più che ventenne) e un’aspirante scrittore di nome Zorg (Jean-Hugues Anglade), la prima scintilla di un rapporto passionale ma anche turbolento per via dei problemi psichici che affliggono la giovane protagonista (Betty). Nonostante tutto, la quotidianità della coppia sembra proseguire senza intoppi all’interno di un piccolo villaggio balneare sulla costa, dove Zorg lavora come factotum. Quando i due si spostano in città (intanto Betty ha già mostrato evidenti segnali di squilibrio), soltanto l’amore riesce a mantenere salda una relazione a dir poco complessa, condizionata dal fragile nonché selvaggio carattere della ragazza, in attesa di un evento infausto purtroppo decisivo per le sorti di entrambi.
Se l’ultima mezzora di “Betty Blue” non fosse mai esistita, questo lungometraggio non sarebbe neppure finito sulla pagina che state leggendo: in effetti, al di là degli inevitabili affondi drammatici presenti fino alla tragedia, il film (per oltre due ore) riesce a mantenersi su toni abbastanza leggeri grazie anche a dei curiosi personaggi secondari, ognuno dei quali delineato con molta fantasia (c’è sempre qualcosa di strambo nel comportamento di questi individui). È dunque sorprendente la discesa libera che percorre il regista Jean-Jacques Beineix, un cambio di registro inaspettato capace di consegnarci un epilogo straziante, un finale dove i sentimenti vengono portati all’estremo, mettendoci letteralmente con le spalle al muro.
Infine, c’è da considerare un non trascurabile aspetto erotico ravvivato non tanto dagli amplessi della coppia, bensì da una moltitudine di nudi integrali che hanno fatto sì che l’opera fosse vietata ai minori di diciott’anni. Béatrice Dalle è già tremendamente affascinante, con o senza veli: la sua interpretazione di Betty sembra quasi un prolungamento della sua personalità, tanto folle quanto sanguigna (lo abbiamo visto anche in altre pellicole in cui ha recitato).
In definitiva, quella messa in scena da Jean-Jacques Beineix altro non è che una storia d’amore fuori dal comune, sospinta da qualcosa di tremendamente viscerale: anche per questo motivo, “Betty Blue” è una delle pellicole francesi più intense e toccanti degli anni ottanta, un colpo al cuore che non può lasciare indifferenti.

(Paolo Chemnitz)
