
di Ciro Ippolito (Italia, 1980)
Accantonate momentaneamente le sceneggiate napoletane che lo avevano impegnato alla fine dei 70s, Ciro Ippolito decise di cambiare aria per un po’, salendo sul carrozzone dei sequel apocrifi dopo essere rimasto folgorato da un poster gigante di “Zombi 2” (appeso per l’occasione nella centrale Piazza Cavour a Roma). Siccome i morti viventi se li era aggiudicati il buon Lucio Fulci, si poteva comunque sfruttare il grande successo di “Alien”, un fantahorror uscito in Italia proprio alla fine del 1979 e quindi ancora fresco di gloria. Ad ogni modo, se nel capolavoro di Ridley Scott lo slogan recitava “in space no one can hear you scream”, Ciro Ippolito scelse di rifugiarsi nei meandri delle Grotte di Castellana (a sud di Bari), sostituendo le profondità dello spazio con quelle terrene del nostro paese. L’internazionalità del prodotto, se così possiamo chiamarla, venne tuttavia garantita da qualche fugace ripresa negli States, un modus operandi che possiamo ritrovare in tantissime pellicole di genere realizzate in quel periodo.
Quando una navetta spaziale americana fa il suo ritorno sulla Terra, dei due astronauti all’interno non c’è più traccia: nel luogo dell’ammaraggio, vengono però ritrovate delle strane rocce di color bluastro, dei frammenti che presto cominciano a pulsare mostrando la loro vera natura. Un pericoloso organismo extraterrestre si muove infatti tra quei resti, una minaccia concreta che si manifesta nel sottosuolo durante una spedizione speleologica.
Se durante la fase preparatoria del film non accade nulla di così stravolgente, Ciro Ippolito riesce a salvare il salvabile una volta che finiamo nelle grotte: la buona colonna sonora degli Oliver Onions, qualche divertente effettaccio splatter e alcune strambe intuizioni registiche (volute o non volute, questo non ci interessa) ci permettono di non affondare completamente nell’anonimato. Nonostante si tratti sempre di un b-movie ai limiti del trash, “Alien 2 – Sulla Terra” a nostro avviso si rivela certamente migliore rispetto alle attese (la pessima reputazione con cui è stato bollato per oltre quarant’anni rappresenta tuttora un marchio indelebile).
In questo caso, scomodare la parola artigianato è persino limitante, ma restiamo dell’avviso che ancora oggi, l’utilizzo della trippa (ebbene sì!) sarebbe molto più efficace rispetto a quello della computer grafica che vediamo in tanti filmetti a basso costo. In realtà, Ciro Ippolito (qui si fa chiamare Sam Cromwell) di soldi ne aveva ricevuti abbastanza, ma le cronache ci raccontano che se li era spesi per una vacanza di lusso a Cannes e per comprarsi delle auto sportive! Così, tra mito e leggenda, “Alien 2 – Sulla Terra” entra a gamba tesa tra gli horror di culto di quel periodo, al di là dei suoi limiti invalicabili. Qualche scena merita non poco (il bowling), qualche faccia un po’ di meno (il giovane Michele Soavi è un attore dimenticabile), ma superati i fatidici sbadigli iniziali, qualcosa di decente c’è. Ecco perché quello del regista napoletano è un film bruttino ma con una sua particolare dignità.

(Paolo Chemnitz)
