
di Ed Adlum (Stati Uniti, 1972)
“Invasion Of The Blood Farmers” (da noi “L’Invasione Dei Contadini Assassini”) è un horror che in pochi ricordano, soprattutto per via della sua confezione semi-amatoriale davvero povera di contenuti. Effetti spartani (il sangue è realizzato alla meno peggio), personaggi privi di spessore e una regia ai minimi storici rappresentano soltanto una parte dei difetti che affliggono la pellicola, un’opera da poco riesumata in edizione home video anche in terra italica (onore ai coraggiosi che hanno creduto in questo film).
L’aspetto positivo, se così possiamo chiamarlo, è invece incarnato dalla carica assolutamente stramba presente tra questi fotogrammi: l’atmosfera pagana dell’incipit si rivela infatti affascinante (“erano druidi, persone che bevevano il sangue praticando sacrifici segreti sotto la luna piena”), un biglietto da visita capace di aprire la strada a un lavoro dunque differente (almeno nelle intenzioni!) da molti altri usciti durante i 70s. Da qui prende piede una storia incentrata su questi contadini desiderosi di far resuscitare la loro regina, attraverso un rituale che è possibile compiere soltanto utilizzando il sangue dei vari malcapitati (niente male le scene con il drenaggio, così come il finale sulla montagna).
Seppur brevi, i settantasette minuti del film non passano così in fretta, complici dei dialoghi tirati troppo per le lunghe e una pochezza estetica davvero deleteria per le sorti dell’opera. C’è poco da aggiungere, ci troviamo davanti a un prodotto underground a dir poco sconclusionato, eppure involontariamente simpatico nelle sue divagazioni trash. Nota a margine: negli anni novanta, proprio in terra americana (la pellicola è ambientata nello stato di New York), un gruppo doom metal decise di chiamarsi Blood Farmers, in onore del film. In fin dei conti, anche sotto una montagna di merda, si può trovare della cioccolata (gli appassionati questo lo sanno bene). So bad it’s so good, per farla in breve.

(Paolo Chemnitz)

Beh, rifarne uno così oggi, potrebbe avere un inaspettato successo. Quel che di amatoriale, potrebbe venir spacciato come “ripreso dal vero”, una sorta di esperimento finto-realistico… chissà
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