
di Dominik Moll (Francia/Belgio, 2022)
Durante lo scorso autunno, “La Nuit Du 12” (da noi “La Notte Del 12”) ha fatto una timida apparizione nelle sale italiane, trainato anche dagli ottimi responsi del precedente “Only The Animals” (2019), il thriller che ci ha fatto innamorare di questo regista franco-tedesco. Dominik Moll ama il genere giallo-noir ma non sembra affatto interessato alla risoluzione del caso, perché nel suo cinema ciò che conta sono gli intrecci tra i protagonisti, i loro controversi rapporti e il loro (beffardo) destino.
Ambientato tra le zone montuose di Grenoble e dintorni, “La Nuit Du 12” mette subito le cose in chiaro: “ogni anno la polizia francese investiga su oltre ottocento omicidi, ma quasi nel venti per cento dei casi non si risale mai al colpevole”. Uno di questi si riferisce alla morte della giovane Clare, il cui cadavere carbonizzato viene rinvenuto in un piccolo sobborgo non lontano dalla città. La ragazza, uscita di notte dopo essere stata da un’amica, è stata avvicinata da un individuo con il volto coperto, il quale l’ha cosparsa di benzina dandole fuoco.

Si dice che ogni investigatore abbia un crimine che lo perseguita, un caso che lo ferisce più degli altri, senza che lui ne sappia necessariamente il motivo: Yohan (un severo Bastien Bouillon) è tormentato proprio dall’uccisione di Clare, anche perché ogni presunto indiziato ha degli alibi di ferro e non ci sono prove schiaccianti che possano incastrare qualcuno. Parliamo soprattutto dei tanti ragazzi che frequentava la vittima, il cui rapporto non era mai chiaro e definito (si parla spesso di sesso, ma senza alcun sentimento). Yohan interroga il tipo violento, quello più strambo oppure il rapper che inconsapevolmente aveva scritto un brano prevedendo quella fine atroce, ma tutto sembra tornare al punto di partenza, pure quando il collega veterano Marceu (splendido il suo personaggio perennemente afflitto) prova a forzare le indagini.
Uscirà fuori il colpevole? Questo lo lasciamo scoprire a voi, ma non ha importanza davanti al profondo messaggio lanciato dal film. Dominik Moll si sofferma infatti sui pregiudizi e sulle disparità che affliggono il legame tra gli uomini e le donne, anche nel mondo del lavoro. Tuttavia, “La Nuit Du 12” non è un superficiale noir femminista messo in scena per puntare il dito contro l’universo maschile, perché qui è l’animo umano a fallire miseramente, senza distinzioni di sesso o di genere. Tra rapporti fallimentari e mancanza di comunicazione. Tornano quindi i temi tanto cari al regista, questa volta filtrati attraverso un clima torbido e realistico.
Il montaggio, la fotografia e il comparto attoriale superano la prova a pieni voti: a tal proposito, i tanti personaggi di contorno (nessuno fondamentale ma ognuno indispensabile) aggiungono del sale a una storia solo in apparenza ripetitiva, poiché ogni fase è diversa dalla precedente. “La Nuit Du 12” si rivela perciò un prodotto altamente originale e coinvolgente, una visione obbligatoria se nel genere di riferimento cercate gli aspetti più drammatici. Quelli che possono creare turbamento e frustrazione.

(Paolo Chemnitz)
