Super Fly

di Gordon Parks Jr (Stati Uniti, 1972)

Se Gordon Parks si può annoverare tra i padri fondatori della corrente blaxploitation (suo è infatti “Shaft” del 1971), suo figlio Gordon Parks Jr (scomparso prematuramente nel 1979) ce lo ricordiamo soprattutto per questo “Super Fly”, forse uno dei prodotti più suggestivi all’interno del succitato filone, anche grazie all’indimenticabile colonna sonora realizzata da Curtis Mayfield (uno score che negli anni ha incassato più soldi del film stesso).
Più che seguire le orme di un classico action movie di stampo 70s, “Super Fly” vira sugli aspetti noir-drammatici delle vicende, mettendo in scena le disavventure di Priest (Ron O’Neal lo hanno conciato in maniera divina), un gangster attivo tra le strade malfamate di New York. Egli però, stufo di condurre questa faticosa routine da boss della droga, convince il suo socio Eddie a tuffarsi in un ultimo grande affare da un milione di dollari, prima di ritirarsi per sempre. Tuttavia, bisogna fare i conti con un mondo marcio da cui è difficile tirarsi fuori.
“Super Fly” non ha una grande sceneggiatura (lo script contava non più di quarantacinque pagine), non è violento come altre pellicole simili e per giunta è intriso di dialoghi a volte prolissi (specialmente nella parte centrale), eppure è un’opera che funziona molto bene: merito della regia tanto essenziale quanto realistica di Gordon Parks Jr, la cui estetica riesce a catapultarci nelle magiche atmosfere di Harlem, il quartiere nero dove si svolgono gli eventi. Questa grezza semplicità si trasforma dunque in un importante punto a favore, perché in effetti la trama conta poco rispetto al mood, una vera e propria immersione nel cuore della malavita afroamericana dei primissimi anni settanta.
Inoltre, “Super Fly” è anche un film controverso, già criticato alla sua uscita da molti benpensanti di sponda hollywoodiana: colpa della tanta cocaina sniffata (“amico, hai il naso bianco come un mulo della Georgia”) e dei continui riferimenti alla droga, situazioni che in qualche modo venivano percepite come una glorificazione di questo sottobosco criminale fatto di papponi e di spacciatori. Eppure Priest vuole mollare tutto, nonostante per i neri non ci fossero le stesse opportunità e gli stessi diritti che la società americana offriva alla popolazione bianca. Per fortuna, il cinema blaxploitation ci ha permesso di riflettere su questo e altro, ecco perché il fascino di “Super Fly” è praticamente inattaccabile, ancora oggi. 

(Paolo Chemnitz)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...