Barbaque

di Fabrice Eboué (Francia, 2021)

Nel mondo del cinema, non sono affatto pochi quelli che hanno svoltato con la carne umana. Dal delirante “The Untold Story” (1993) all’altrettanto controverso “Dumplings” (2004) il passo è breve: tuttavia, all’interno di questo curioso filone, sono presenti alcuni film meno conosciuti, come il britannico “K-Shop” (2016) o il recente “Barbaque” (uscito anche con il titolo “Some Like It Rare”).
Il regista Fabrice Eboué interpreta Vincent, un macellaio i cui affari non vanno più per il verso giusto. Ma c’è dell’altro: il rapporto con la moglie Sophie (lei è appassionata di serial killer) è ormai giunto al capolinea, mentre la loro bottega continua a essere vandalizzata dagli attivisti vegani, nemici giurati di quell’attività. Un giorno, Vincent ha l’occasione di vendicarsi contro uno di questi giovani, dopo averlo incontrato lungo una strada isolata. Un omicidio praticamente spacciato per incidente, nonostante un morto da far sparire al più presto. Nessun problema per la coppia di protagonisti, basta trasformare quel corpo in un delizioso prosciutto di maiale iraniano (così viene venduto agli ignari nonché entusiasti acquirenti). A tal proposito, è la cinica Sophie la prima a non avere dubbi (“è un delitto perfetto. Non c’è un cadavere, non dovrà essere né seppellito né bruciato. Sarà cacato!”). Tutto qui? Neanche per sogno, perché la macelleria comincia a fare grandi incassi e dunque bisogna procurarsi nuova carne umana, ovviamente facendo partire la caccia al vegano!
Questa pellicola può essere definita una black comedy con elementi horror, soprattutto se pensiamo alla sua discreta componente splatter. Solo che i francesi, al contrario dei loro colleghi d’oltremanica, non hanno mai brillato all’interno di questa specifica area cinematografica. “Barbaque” parte infatti da una singola idea e la sviluppa fino in fondo senza incidere o sorprendere più di tanto: manca quindi la scintilla decisiva per accendere un soggetto tutto sommato interessante (seppur poco originale), quella scintilla che dovrebbe far rima con il miglior black humour presente sulla piazza (chiedere agli inglesi). Senza dubbio qualche scena funziona, il film è godibile e novanta minuti passano in fretta, però Fabrice Eboué manca il bersaglio dal momento in cui “Barbaque” si rivela un lungometraggio come mille altri, dissacrante ma non perfido e cattivo al punto giusto.
Il regista ha raccontato di aver pensato alla pellicola dopo uno scambio di battute con la nipote vegana: qualcuno sicuramente troverà poco simpatica questa presa di posizione contro gli isterismi culinari dei giorni d’oggi, ma a nostro avviso “Barbaque” è un prodotto troppo leggero per far incazzare chicchessia, un’opera dove ogni provocazione non giunge mai a completa destinazione. Non a caso, qui la satira sociale è utilizzata per stemperare i toni più che per accenderli, visto che tra burberi macellai e fondamentalisti vegani non vediamo tutte queste grandi differenze. “Barbaque” dunque osa, ma solo sulla carta: un po’ come ordinare una bistecca di cinghiale e ricevere al suo posto un piattino di insalata.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...