
di Boy Harsher (Stati Uniti, 2022)
“The Runner” è un cortometraggio tanto curioso quanto ambizioso. Si tratta infatti di un’esperienza audiovisiva nella quale le due componenti essenziali (quella musicale e quella cinematografica) si fondono in una cosa sola. Dietro questa intrigante iniziativa troviamo una coppia americana piuttosto conosciuta negli ambienti dark internazionali, i Boy Harsher, da alcuni anni considerati (a ragione) tra i nomi di punta per quanto concerne un certo tipo di sonorità synth/electrowave.
Anziché scrivere un nuovo album sulla scia dei precedenti, Jae Matthews e Augustus Muller hanno dunque preferito comporre una serie di brani da inserire come parte viva e attiva all’interno di questo horror sperimentale: una sorta di regalo ai fan ma allo stesso tempo un tentativo di imboccare un percorso più suggestivo, al di là del semplice videoclip usa e getta destinato agli schermi di YouTube.
Nonostante una durata quasi prossima ai quaranta minuti, “The Runner” non offre allo spettatore una narrazione compiuta e definita: oltre ai succitati musicisti (ogni tanto li vediamo intenti a provare alcuni di questi inediti o a discutere su tale progetto), la vera protagonista del corto è Kristina Esfandiari (altra poliedrica artista celebre per la sua creatura King Woman), una donna senza nome che urla traumatizzata dopo essere fuggita dal luogo di un massacro. La osserviamo girovagare in un bosco e poi entrare dentro un locale, mentre la televisione trasmette le note oscure e inquietanti di “Tower” (successivamente, è il turno del brillante synthpop di “Machina”, un pezzo persino devoto alle vecchie sonorità italo-disco). All’improvviso, una sequenza gore ci permette di comprendere la reale natura di questa figura, i cui impulsi ci rimandano (con un po’ di fantasia) allo splendido “Under The Skin” (2013) di Jonathan Glazer.
Ora non sappiamo se i Boy Harsher abbiano voluto girare questo cortometraggio per valorizzare in maniera inedita la loro attività principale o se, al contrario, abbiano voluto intraprendere la strada del cinema facendo leva sul loro indiscutibile talento musicale: una cosa però è certa, “The Runner” si può apprezzare soltanto in un’ottica di scoperta o di amore nei confronti di questi due americani, anche perché se qui cercate solo un horror, il rischio è quello di restare fortemente delusi. A conti fatti, quella realizzata da Jae e Augustus si rivela comunque una produzione trasversale altamente creativa e perciò da supportare con il dovuto rispetto, con buona pace del suo pacchetto inscindibile (non tutti ne saranno entusiasti) in cui cinema e musica vanno inesorabilmente a braccetto.

(Paolo Chemnitz)
