Antlers

di Scott Cooper (Stati Uniti/Messico/Canada, 2021)

“Antlers – Spirito Insaziabile” (ennesimo titolaccio all’italiana) è il nuovo film di Scott Cooper, regista statunitense classe 1970 già apprezzato in passato per il biopic “Black Mass” (2015) e per il western “Hostiles” (2017). Questa volta ci spostiamo in territori (folk) horror, considerando che la pellicola in esame è incentrata sulla figura del leggendario Wendigo, un essere demoniaco presente nella mitologia di alcune tribù di nativi americani (per gli Algonchini, il Wendigo è una creatura maligna divoratrice di uomini).
Le vicende si svolgono in una tranquilla cittadina dell’Oregon, dove per l’insegnante Julia Meadows (Keri Russell) non è difficile intuire la situazione del piccolo Lucas (basta dare uno sguardo ai suoi disegni!), un ragazzino timido e introverso emarginato dai suoi compagni di scuola. Julia così, con l’aiuto del fratello sceriffo Paul (nel cui ruolo troviamo il solito faccione di Jesse Plemons), decide di scavare più a fondo, anche perché nel bosco attiguo sono stati rinvenuti dei cadaveri con il corpo martoriato.
Il primo aspetto a fare colpo sui nostri occhi è senza dubbio quello legato alla location: quest’angolo remoto dell’Oregon sembra infatti baciato da un autunno senza fine (il cielo costantemente plumbeo, gli alberi ingialliti), oltre che da una sensazione di isolamento tutt’altro che consolante. Questa tetra cappa riesce ad avvolgere il nostro sguardo, permettendoci di entrare immediatamente nel vivo della storia, nonostante “Antlers” sia un film comunque lento e (in certi casi) fin troppo dilatato dal punto di vista narrativo.
Tra i produttori dell’opera c’è pure Guillermo Del Toro, non a caso le riuscite apparizioni del Wendigo non sono poi così distanti dall’immaginario fantastico tanto caro al regista messicano. I buoni effetti (alcuni artigianali, altri digitalizzati) chiudono il cerchio, anche se le note positive finiscono praticamente qui: “Antlers” infatti non è un film originale, poiché invece di focalizzarsi sulla tragedia familiare del piccolo Lucas, tende a spostare gli equilibri sul lato investigativo, rifugiandosi sovente in un classico cliché di scuola horror americana. Inoltre, quello del Wendigo non è un tema inedito in ambito cinematografico, dunque si poteva sfruttare meglio tale argomento, senza per forza doverlo appiattire con una serie di vaghe ma palpabili tentazioni commerciali. Sia chiaro, “Antlers” è un lavoro godibile e sostanzialmente valido, però una domanda sorge spontanea: tra poche settimane, qualcuno si ricorderà ancora dell’esistenza di questo lungometraggio?

(Paolo Chemnitz)

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