The Trip

di Tommy Wirkola (Norvegia, 2021)

Black humour e splatter possono andare perfettamente a braccetto, perché il sangue nel cinema può anche essere uno scintillante fluido capace di divertire e di intrattenere. Tommy Wirkola questo lo sa molto bene, non a caso tale formula l’ha già applicata alla perfezione con il riuscitissimo “Dead Snow 2: Red vs Dead” (2014), a nostro avviso il suo miglior film tra quelli per ora diretti. “The Trip” (“I Onde Dager”) rimette in modo queste coordinate, spostando però le vicende all’interno di una dimensione più intima e terrena, lontano dunque da ogni tentazione di matrice horror/fantastica.
Lisa e Lars sono la classica coppia arrivata al capolinea, la cui sorte sembra ormai segnata. Lars però vuole spingersi persino oltre, portando sua moglie fuori per un weekend in una baita tranquilla e isolata dove può ammazzarla lontano da occhi indiscreti. Peccato che Lisa voglia fare esattamente lo stesso con lui, come se le intenzioni dei due protagonisti si fossero prima confrontate davanti a uno specchio. Ma c’è di più, perché dalle parti di quella casetta immersa nella natura si aggirano altri personaggi piuttosto ambigui, tutti destinati a scontrarsi tra loro in una lotta per la sopravvivenza all’ultimo sangue.
La scelta degli attori è veramente azzeccata: Aksel Hennie in Norvegia è una garanzia mentre Noomi Rapace dimostra di saper interpretare con estrema nonchalance sia ruoli più brillanti che altri più cupi e drammatici (l’abbiamo vista in “Lamb” proprio di recente). I risultati non tardano ad arrivare, soprattutto quando la battaglia viene combattuta a viso aperto, tra morti ammazzati, colpi di scena improvvisi e qualche risata dettata da una situazione a dir poco bislacca.
“The Trip” senza dubbio non brilla per originalità (questo approccio pseudo-pulp a volte mostra anche la corda), ma Tommy Wirkola conosce a memoria le regole per intrattenere il pubblico davanti allo schermo: ecco perché questi oltre cento minuti di visione schizzano via come una biglia insanguinata, come è giusto che sia per una black comedy di nuova generazione. In poche parole, un cinema estremo light ideale per una serata senza impegno.

(Paolo Chemnitz)

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