Ticks

di Tony Randel (Stati Uniti, 1993)

Se di “Ticks – Larve Di Sangue” si parla sempre poco, il motivo è semplice: si tratta di un film uscito nel 1993, non durante gli anni ottanta, dunque in un periodo in cui molti horror sembravano arrivati fuori tempo massimo (soprattutto se ci riferiamo a un b-movie come questo). Eppure in “Ticks” nulla è lasciato al caso, considerando che dietro la macchina da presa troviamo Tony Randel (il regista di “Hellbound: Hellraiser II” non è certo l’ultimo arrivato), con Brian Yuzna nelle vesti di produttore esecutivo.
Già dall’incipit è possibile intuire la natura completamente folle del prodotto. Le vicende si svolgono in California, dove in un losco laboratorio la marijuana viene coltivata utilizzando come fertilizzante uno strano miscuglio chimico: le piantine crescono alla grande, ma insieme a loro prendono vita delle zecche giganti grosse come un palmo della mano! Contemporaneamente, un gruppo di ragazzi si reca da quelle parti per un’escursione. Saranno proprio questi giovani a dover combattere contro le aggressive creature mutanti di cui sopra, nel frattempo moltiplicatesi con estrema velocità.
Si capisce subito quanto “Ticks” sia una pellicola realizzata da gente che ama il cinema di genere: pur non brillando nei suoi personaggi a dir poco stereotipati (nel cast troviamo Clint Howard e un giovanissimo Seth Green nei panni del nerd protagonista), l’opera è divertente e intrattiene senza mai scivolare nella noia, anche grazie agli ottimi effettacci del KNB Efx Group di Greg Nicotero. Tanto sangue e non solo dunque, visto che queste schifosissime zecche vengono mostrate in tutta la loro bellezza attraverso accurate analisi parassitologiche. Inoltre, in alcune scene del film, tali aracnidi (erroneamente confusi con gli insetti) riescono persino a penetrare sottopelle, regalandoci delle sequenze scoppiettanti in cui succede il finimondo (Randel se ne infischia del politically correct, lasciando crepare senza pietà persino un povero cane).
In questo caso diventa quasi una forzatura scomodare le dinamiche appartenenti al filone eco-vengeance: la critica sociale qui è solo di passaggio, perché ciò che conta davvero è buttarla in caciara in un crescendo sempre più viscido e ripugnante (il finale esagerato!), alla faccia della tensione e dell’originalità stessa della pellicola. Non a caso “Ticks” si pone come degno successore di tanti prodotti simili usciti però nell’epoca giusta, da “Squirm” (1976) fino al più recente “Slugs” (1988), piccole opere apprezzate incondizionatamente da molti appassionati del settore. Non importa quindi che siano vermi, lumache o zecche, conta solo che facciano seri danni in giro, mentre noi davanti allo schermo ci finiamo con soddisfazione l’ennesimo pacchetto di popcorn.

(Paolo Chemnitz)

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