
di Kevin Kopacka (Germania, 2021)
Dopo l’esperienza virtuale dello scorso anno, il Be Afraid Horror Fest torna finalmente in presenza in quel di Gorizia, dal 25 al 28 novembre. Si tratta del primo e unico festival interamente dedicato al cinema horror che si svolge in Friuli Venezia-Giulia, un’occasione ghiotta per i tanti appassionati che gravitano attorno al genere di riferimento. Noi abbiamo visto in anteprima “Dawn Breaks Behind The Eyes”, un breve ma affascinante lungometraggio diretto dal promettente regista austriaco Kevin Kopacka (tra l’altro, uno degli ospiti di questa terza edizione).
Il rapporto tra Margot e Dieter è abbastanza turbolento, non a caso c’è molta tensione all’interno di questa coppia appena arrivata in un vecchio castello dalle sembianze spettrali (abbiamo rintracciato la location, si tratta dell’Herrenhaus Vogelsang, una magione sita nella Germania nord-orientale). Queste atmosfere cupe ci riportano indietro di oltre cinquant’anni, mentre sulla scena si anima sempre di più la relazione perversa che intercorre tra i due protagonisti (è innegabile il riferimento a “La Frusta e Il Corpo” di Mario Bava). Dopo neppure mezzora di visione, un atroce dubbio sorge spontaneo: come mai, nel 2021, una produzione tedesca ripesca dal passato quelle suggestioni gotiche tanto care agli italiani e ai britannici durante il periodo d’oro del genere? Nostalgia canaglia? Puro autolesionismo?
Se inizialmente è davvero facile cascare nella trappola, all’improvviso “Dawn Breaks Behind The Eyes” getta via la maschera, aprendosi verso la modernità, verso quell’orrore psichedelico contorto e destabilizzante che tanto va di moda negli ultimi tempi, per un trip inaspettato capace di cambiare completamente le carte in tavola. La svolta studiata da Kevin Kopacka entra così in forte contrasto con le derive più oscure della pellicola, creando un effetto complementare piuttosto originale e sorprendente, complice anche un contorno sonoro di tutto rispetto il cui crescendo diventa magicamente ossessivo.
A convincere è dunque questo mix tutt’altro che azzardato tra vecchio e nuovo, tra macabro (l’immagine old-school che abbiamo scelto paga un un chiaro tributo a “La Rosa Di Ferro”) e lisergico, per un abbraccio senza confini che prende forma nell’eternità, in quello spazio indeterminato dove il cinema horror riesce a proiettare la sua ombra superando i suoi stessi limiti. È un film coraggioso questo “Dawn Breaks Behind The Eyes”, un prodotto che osa scommettere sulla propria pelle compiendo un salto mortale sulla carta alquanto complicato. Missione riuscita.

(Paolo Chemnitz)
