Night Of The Comet

di Thom Eberhardt (Stati Uniti, 1984)

Probabilmente i cultori degli anni ottanta questo film se lo ricordano benissimo: le atmosfere, quel cielo perennemente rossastro, la colonna sonora, le capigliature cotonate delle protagoniste, sono davvero tanti gli ingredienti capaci di far felici i numerosi appassionati di quel decennio. Tutto ciò al di là di uno script piuttosto banale e privo di ritmo, la cui ossatura deve moltissimo al celebre romanzo di Richard Matheson “Io Sono Leggenda” e alle vecchie pellicole ispirate a esso (“L’Ultimo Uomo Sulla Terra” di Ubaldo Ragona è senza dubbio la più riuscita).
In città c’è un fermento incredibile, la popolazione ha infatti gli occhi puntati verso l’alto: su in cielo sta per transitare una cometa, anche se questo passaggio si rivela nefasto per le sorti dell’umanità, la cui esistenza si riduce immediatamente a un mucchio di polvere rossa. Tuttavia, chi non è stato esposto completamente agli influssi del corpo celeste, si trasforma in uno zombi (in questo caso i morti viventi parlano e sono a dir poco improbabili!), mentre due sorelle (Samantha e Regina) rimangono in vita senza accorgersi di nulla, poiché isolate da pareti di metallo durante il fattaccio astronomico. Poi, una volta fuori per strada, il panorama è desolante e per i pochissimi sopravvissuti non resta che trovare un modo per cavarsela, anche facendo shopping in un centro commerciale (giustamente bisognava buttare dentro un po’ di Romero).
Il regista Thom Eberhardt infila tanta roba all’interno del frullatore, passando nel giro di quattro fotogrammi dal fantahorror di matrice apocalittica alla commedia giovanile: il suo lavoro è onesto ma alla lunga paga in termini di originalità, finendo per risultare incompiuto e per certi versi sconclusionato. Se da un lato siamo al cospetto di un’opera pensata e realizzata per intrattenere un pubblico di giovani, non dobbiamo tuttavia considerare tale prerogativa come una giustificazione davanti alle lacune presenti nel film (il prodotto è talmente derivativo che anche un pezzo bellissimo come “Girls Just Want To Have Fun” di Cyndi Lauper qui diventa una cover a basso costo).
Oggi di un lavoro come “La Notte Della Cometa” rimane soltanto il piacevole ricordo di quei passaggi notturni in qualche emittente privata, perché con lo sguardo consapevole dei giorni nostri, c’è poco da stare allegri davanti a tanta ingenuità. Anche se quel cielo dai colori infuocati resta una delle immagini più affascinanti degli interi 80s.

(Paolo Chemnitz)

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