The Ones Below

di David Farr (Gran Bretagna, 2015)

Ancora oggi, non sono pochi i registi che intraprendono la strada del thriller psicologico rimettendo in circolo la lezione di Roman Polanski, colui che nel genere di riferimento ha lasciato un segno indelebile grazie alla cosiddetta trilogia dell’appartamento. David Farr (qui al suo primo e per ora unico lungometraggio) ricomincia proprio dall’esperienza del maestro polacco, aggiornando e semplificando la sua formula con discreti risultati.
Kate e Justin vivono in una tranquilla zona residenziale di Londra: i due stanno per diventare genitori, così come una coppia (composta da Theresa e Jon) appena stabilitasi al piano terra del moderno edificio in cui si svolgono le vicende. Theresa cerca subito di fare amicizia con Kate, il suo carattere invadente le permette infatti di penetrare immediatamente nella sfera più intima dei suoi vicini di casa. Dopo una cena non priva di tensioni, accade però qualcosa di irreparabile, perché un banale incidente domestico si trasforma in tragedia cambiando inesorabilmente il rapporto tra i vari protagonisti. Kate entra così in una spirale paranoica, convincendosi giorno dopo giorno che Jon e Theresa abbiano puntato gli occhi sul piccolo neonato da lei appena partorito.
“The Ones Below” (in Italia intitolato “I Nuovi Vicini”) è un gioco speculare tra quattro personaggi tutti da decifrare: ognuno di essi sembra infatti nascondere qualcosa (follia, ossessione, depressione), per un crescendo psicologico destinato a venir fuori in un finale assolutamente cattivo, quasi diabolico per il modo in cui viene minuziosamente architettato.
David Farr, rinunciando a qualsiasi riferimento lugubre o esoterico di matrice polanskiana, sposta dunque l’orrore (mentale) nella contemporaneità, sfruttando abbastanza bene questi ambienti asettici e ordinati che ben si adattano alla classica famiglia borghese dei giorni nostri. Non a caso, i discorsi a tavola sulla gravidanza e sul desiderio di volere un figlio (a tutti i costi) si sposano perfettamente con la materia concettuale di cui è intrisa la pellicola, un cerchio che per l’appunto si chiude con l’epilogo più cinico possibile, dove un bambino può anche diventare un semplice capriccio per sentirsi realizzati. “The Ones Below”, pur prevedibile e poco originale nel suo svolgimento, si lascia quindi gustare con piacere e non delude affatto le aspettative, mettendoci in guardia dalle persone che all’improvviso cercano di entrare con prepotenza nella nostra vita. Più questi soggetti sono gentili e sorridenti, più c’è il rischio che abbiano individuato qualcosa che vogliono prendersi da noi.

(Paolo Chemnitz)

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