
di Piotr Domalewski (Polonia, 2017)
Non fatevi ingannare dalla banale locandina, “Cicha Noc” (notte silenziosa) non è affatto una commedia natalizia, bensì uno spietato dramma familiare di quelli che fanno masticare amaro. Per il polacco Piotr Domalewski si tratta di un esordio con i fiocchi (in patria il film ha ottenuto importanti riconoscimenti), un successo poi bissato di recente con l’altrettanto valido “I Never Cry” (2020).
Adam (Dawid Ogrodnik), un ragazzo emigrato nei Paesi Bassi, torna a sorpresa dalla sua famiglia in Polonia proprio il giorno della vigilia di Natale. In quella fangosa casa di campagna l’atmosfera è terribilmente caotica, lì infatti insieme ai suoi genitori sono riuniti numerosi parenti di ogni età (zii, nonni e cugini), compreso un fratello (Pawel) con cui Adam è in pessimi rapporti. C’è aria di festa (imperversano i preparativi per la cena) ma allo stesso tempo si respira una tensione palpabile, anche perché il protagonista sembra voler nascondere qualcosa alla sua famiglia. Quando scopriamo il vero motivo per il quale Adam è tornato in Polonia, “Cicha Noc” mette a nudo la vera anima dei tanti personaggi del film, mostrando gli aspetti più cinici e ipocriti di quel nucleo familiare solo in apparenza unito da un sentimento di amore e di condivisione (“la famiglia non deve piacerti. Ce l’hai e basta”).
Piotr Domalewski incolla la macchina da presa alle svariate figure presenti nell’opera, dirigendo con un ritmo serrato, quasi nevrotico, in attesa che gli eventi precipitino inesorabilmente. “Cicha Noc” rivela solo a piccoli passi i segreti e le dinamiche di potere presenti dentro quella dimora, lasciando corrodere un’atmosfera natalizia alquanto fragile e illusoria (il fango che circonda la casa simboleggia una situazione familiare torbida e stantia, una routine che il solo Adam ha evitato optando per una vita differente). Inoltre, la scelta di girare durante la vigilia di Natale non fa che accentuare la falsità strisciante di questi individui, tutti pronti a farsi scivolare addosso ogni peccato partecipando alla tanto attesa messa di mezzanotte.
“Cicha Noc” rappresenta dunque un attacco frontale alla Polonia contemporanea (e non solo!), un paese profondamente legato alle proprie tradizioni (la famiglia, la religione) ma anche capace di tradirle per il denaro, per delle intricate questioni sentimentali o per una semplice bottiglia di vodka. Davanti a questo affondo così tremendamente realistico, Piotr Domalewski demolisce senza fare troppi complimenti la festa familiare per eccellenza, il Natale. Una critica mossa con estrema intelligenza, capace di far collimare il più duro cinismo (la speranza è destinata a spegnersi) con un’amarezza di fondo onnipresente, perciò inestirpabile. “Cicha Noc” unisce quindi una storia tesa e appassionante a un talento registico di indubbio valore, ponendosi come uno degli esordi più folgoranti visti di recente in terra polacca. Notevole.

(Paolo Chemnitz)
