
di José Mojica Marins (Brasile, 1964)
Quasi in maniera beffarda, José Mojica Marins se ne è andato il 19 febbraio del 2020, spalancando le porte dell’inferno a lui tanto care (non a caso la pandemia si è manifestata su scala mondiale solo pochi giorni dopo). Scherzi a parte, ogni occasione è buona per ricordare questo regista di culto sudamericano, qui alle prese con un film da sempre considerato il primo horror brasiliano della storia. Inoltre, “A Mezzanotte Possiederò La Tua Anima” (“À Meia Noite Levarei Sua Alma”) dà inizio alla celebre saga di Zé Do Caixão, uno dei personaggi più blasfemi e bizzarri mai vomitati fuori dal cinema estremo internazionale.
Marins è ovviamente anche il protagonista delle vicende, un becchino temuto dai suoi concittadini per il suo aspetto lugubre e poco rassicurante (il cilindro e il mantello fanno già parte dell’iconografia di questo strambo individuo). Nel cattolicissimo Brasile, Zé Do Caixão lotta contro ogni forma di morale e di religione, dissacrando senza alcun ritegno le regole di una comunità di rozzi campagnoli (“oggi mangerò carne, a costo di prendere quella umana!” esclama Zé durante il Venerdì Santo). La sua missione è quella di poter dare continuità alla sua stirpe, ma con una moglie sterile non resta che corteggiare (con le maniere forti) la giovane Terezinha: un piano diabolico che prevede il tradimento, l’omicidio e quant’altro, prima che per lui sopraggiunga una tragica nonché inevitabile resa dei conti.
Con un budget praticamente inesistente, il regista/attore brasiliano lascia correre il suo ego smisurato come un fiume in piena, amplificando così ogni singolo dettaglio di un plot altrimenti fin troppo esile. Nonostante l’artigianato galoppante di Marins (le ingenuità non si contano), lo spirito della pellicola si rivela assolutamente coraggioso per l’epoca, mettendo in luce un profondo cinismo nei confronti dell’umanità a volte accompagnato da qualche scena piuttosto audace (il nostro becchino affonda i colpi senza mostrare pietà per nessuno).
“A Mezzanotte Possiederò La Tua Anima” fu bandito in molte zone del Brasile per violenza e blasfemia, mentre dalle parti di San Paolo (la città del regista) l’opera fu acclamata dal pubblico e proiettata nelle sale per ben quattro mesi consecutivi. Eppure questa si può definire soltanto una curiosa e simpatica prova generale in vista del miglior film con protagonista Coffin Joe (altro affettuoso nomignolo affibbiato a Marins), ovvero il successivo capitolo “Esta Noite Encarnarei No Teu Cadáver” (1967), il vero delirio visionario con protagonista Zé Do Caixão. Un personaggio da amare incondizionatamente, a prescindere da tutto.

(Paolo Chemnitz)
