Animales Humanos

di Lex Ortega (Messico, 2020)

Se con l’infame “Atroz” (definito il più violento film messicano mai realizzato) Lex Ortega è entrato di diritto nel giro estremo che conta, il suo nuovo lungometraggio “Animales Humanos” ribadisce la sua propensione nel saper affondare per bene le unghie nel cinema di confine, anche ribaltando completamente la prospettiva sociale. Le strade pericolose e i lerci ambienti protagonisti del suo primo viscerale lungometraggio qui infatti lasciano spazio a quella piccola fetta di Messico più fortunata, considerando che i riflettori dell’opera sono puntati su una famiglia borghese che vive in una tranquilla zona residenziale della città.
Da una parte della siepe conosciamo un padre, una madre e una figlioletta, dall’altra invece due invadenti vicini (una coppia di animalisti convinti) con il loro inseparabile pastore tedesco. Questo cane non sembra aggressivo ma è grosso e incute timore: la bimba è spaventata a morte dall’animale e forse anche a causa di questo suo comportamento apprensivo il cane le azzanna improvvisamente un braccio. Nulla di grave, ma la povera bestia viene portata via da quel giardino per poi essere abbattuta senza pietà. L’iniziale disperazione dei suoi padroni si tramuta tuttavia in vendetta, poiché la famiglia protagonista in qualche modo deve pagare per quel tragico epilogo.
Ancora una volta, le vere bestie sono gli esseri umani, incapaci di saper gestire delle semplici relazioni di vicinato ma soprattutto profondamente limitati da una visione del mondo carica di pregiudizi (una mamma iperprotettiva da una parte, una coppia fin troppo esaltata dall’altra). A rimetterci sono ovviamente le due figure innocenti del film, una bambina costantemente controllata dai suoi genitori e un cane indifeso giustiziato come se fosse il peggiore dei criminali. È dunque bravo Lex Ortega a saper mischiare le carte fin da subito, impedendoci di parteggiare per una fazione o per un’altra: questo accade anche quando “Animales Humanos” si trasforma nel più classico horror di matrice home invasion, una variante in parte prevedibile dove comunque il regista ritrova il suo feeling naturale con la violenza più sadica.
Il ritmo è abbastanza sostenuto e non ci si annoia mai, anche se durante la seconda parte del film alcuni stereotipi tipici del genere cominciano a diventare un po’ ingombranti. Gli indizi premonitori, l’appartamento violato, le immancabili maschere (canine, per l’occasione), Lex Ortega ripercorre dei passaggi già ampiamente codificati in passato ma lo fa con bravura e senza inutili esasperazioni, non a caso la sua regia si rivela più matura e controllata rispetto alle precedenti esperienze dietro la mdp (cortometraggi inclusi). In poche parole, meno originalità ma senza dubbio maggiore professionalità, con tanto di colonna sonora firmata da Simon Boswell, non uno qualunque. L’erba del vicino non è mai stata verde, anche perché “Animales Humanos” la trasforma in un campo di battaglia senza esclusione di colpi. 

(Paolo Chemnitz)

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...