The Entity

di Sidney J. Furie (Stati Uniti, 1982)

“The Entity” (da noi direttamente “Entity”) è un po’ come quella faccia della luna che non vediamo mai, un rovescio della medaglia di cui si parla sempre poco. L’altro lato, quello luminoso, è invece rappresentato da “Poltergeist”, un classico del cinema fantastico distribuito solo poche settimane prima rispetto all’opera diretta da Sidney J. Furie. Tuttavia se da un lato i due film condividono una tematica praticamente identica (la manifestazione di fenomeni paranormali all’interno di una casa), le atmosfere patinate messe in scena dalla coppia Hooper/Spielberg qui lasciano spazio a qualcosa di molto più cupo e destabilizzante.
Un’ottima Barbara Hershey interpreta Carla Moran, un personaggio pescato direttamente dal libro “The Entity” scritto da Frank De Felitta nel 1978 (il quale a sua volta si ispirò a un presunto caso di poltergeist accaduto pochi anni prima a una donna californiana, tale Doris Bither). Carla viene assalita, percossa e stuprata da un’entità invisibile, un orrore che improvvisamente si scatena all’interno della sua abitazione, accompagnato dall’ossessivo e martellante score di Charles Bernstein. Senza ricorrere a chissà quali effetti, Sidney J. Furie riesce a trasformare queste situazioni in qualcosa di realmente creepy, non a caso Martin Scorsese ha sempre considerato “The Entity” uno dei film più spaventosi mai realizzati nella storia del cinema. Quando le aggressioni diventano sempre più frequenti, Carla (preoccupata anche per le due figliolette e per il loro fratellastro più grande) si rivolge a uno psichiatra: inizialmente non viene creduta, ma con il passare del tempo al suo caso si interessa un team di scienziati e di ricercatori universitari, in attesa di un finale per certi versi liberatorio anche se meno entusiasmante rispetto alle premesse.
“The Entity” è un film che sfrutta con estrema intensità i suoi affondi puramente horror, mettendoci con le spalle al muro anche per via di questa presenza tanto crudele quanto impalpabile: la prima mezzora fa letteralmente paura, una partenza fulminante che successivamente lascia spazio a uno sviluppo meno impetuoso (l’opera supera le due ore di durata) nel quale si scava anche nel passato della donna (si tratta di un doveroso approfondimento psicologico purtroppo dilungato da qualche chiacchiera in eccesso). L’indagine parapsicologica è comunque molto interessante, un salto nel vuoto che permette alla pellicola di fuoriuscire dai classici binari del cinema horror tout court, spostando il livello di tormento su un piano prettamente mentale (il dramma psicologico ci viene sbattuto in faccia senza complimenti).
Se questa pellicola non ha mai raggiunto lo stesso successo del succitato nonché celebre competitor dell’epoca, i motivi sono svariati: qui non siamo di certo davanti a un prodotto curato nei minimi particolari e dunque vendibile al grande pubblico, ciò però non intacca neppure di una virgola il fascino unico e oscuro di “The Entity”, un film capace di trasformare il paranormale in un tragico incubo quotidiano.

(Paolo Chemnitz)

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