Custodes Bestiae

di Lorenzo Bianchini (Italia, 2004)

Se con “Oltre Il Guado” (2013) il friulano Lorenzo Bianchini è riuscito a ottenere dei meritati riconoscimenti anche al di fuori dei confini nazionali, per mettere a fuoco la sua idea di cinema bisogna fare comunque qualche passo indietro, partendo dalle sue prime pellicole (dunque è fondamentale citare il mediometraggio “I Dincj De Lune” e poi ancora “Lidris Cuadrade Di Tre” e questo “Custodes Bestiae”). Opere indissolubilmente legate al proprio territorio di appartenenza, sulla scia della migliore tradizione gotico-rurale italiana (un approccio tuttavia ridimensionato dalle ambizioni minime di chi può contare soltanto su mezzi limitati).
L’anziano professore universitario Dal Colle fa una scoperta importante ma sparisce proprio quando sta per annunciare la notizia: tocca quindi al giornalista che lo stava intervistando indagare sugli eventi, tutti riconducibili a un mistero custodito per secoli che ci riporta fino al periodo dell’inquisizione. Questi segreti emergono grazie ai significati reconditi di un vecchio affresco, i quali una volta interpretati rivelano qualcosa di raccapricciante.
Con un budget ridotto all’osso e con un cast che purtroppo non lascia ricordi positivi, Lorenzo Bianchini punta intelligentemente su ciò che può sfruttare al meglio: prima di tutto sulla storia – inizialmente un po’ arzigogolata ma con il passare dei minuti ricca di tensione e di sinistre intuizioni – e allo stesso tempo sugli aspetti folkloristici e geografici della sua regione, muovendo le pedine in alcuni luoghi simbolo di quelle terre (da Aquileia a Udine, passando per la suggestiva Villa Manin di Codroipo). L’utilizzo sporadico del friulano si rivela inoltre basilare per non disperdere nel vuoto tali sensazioni, quasi a voler racchiudere in un sol colpo orrore e tradizione, come del resto aveva già fatto Pupi Avati con i suoi capolavori della bassa padana (da “La Casa Dalle Finestre Che Ridono” a “Zeder”).
Peccato per la scelta del digitale e per qualche zoomata poco consona al contesto, perché “Custodes Bestiae” (al di là della sua confezione inevitabilmente amatoriale) è senza dubbio una piacevole sorpresa in ambito underground, un film capace di saper coniugare giallo, mystery e horror con grande attenzione per le atmosfere. Se in Italia il cinema di genere galleggia ormai da anni tra budget prossimi allo zero e poca fiducia generale, la soluzione per sopperire a tale mancanza è quella di non perdere mai di vista il nostro territorio e tutto ciò che esso può offrirci a livello di idee. Bianchini parte proprio da qui, sviluppando un soggetto che già da solo vale più di un’interpretazione mediocre o di una fotografia indubbiamente brutta, ripercorrendo quella strada già battuta da altri ma con estrema sensibilità per l’argomento. “Custodes Bestiae” è dunque scarno ma efficace, un risultato enorme considerando le premesse.

(Paolo Chemnitz)

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2 thoughts on “Custodes Bestiae

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