
di Jacques Tourneur (Stati Uniti, 1943)
Un anno dopo “Il Bacio Della Pantera” (1942), il regista francese naturalizzato americano Jacques Tourneur piazza un altro colpo importante per la sua carriera, con un film considerato a ragione un passaggio obbligato per comprendere appieno l’evoluzione del cinema dei morti viventi: in questo caso il filo logico mette in connessione gli zombi ispirati dal folklore haitiano, un percorso che possiamo far cominciare da “White Zombie” (1932) per poi farlo proseguire con pellicole moderne (“Il Serpente e L’Arcobaleno” di Wes Craven) o contemporanee (il sorprendente “Zombi Child” di Bertrand Bonello).
Betsy Connell (Frances Dee), un’infermiera canadese da poco laureata, viene assunta per prendersi cura di una paziente malata di mente in una remota abitazione presso un’isola dei Caraibi. Questa donna vive insieme al marito Paul, il quale è sicuro della pazzia di sua moglie, al contrario degli abitanti afro-caraibici del luogo, tutti convinti che questa signora si sia trasformata in uno zombi. Grazie all’aiuto di un medico locale, Betsy entra in contatto con le credenze del posto e con quei rituali voodoo capaci di curare questo tipo di malattie.

Rivedere oggi “Ho Camminato Con Uno Zombi” significa fare i conti con una pellicola sotto certi aspetti invecchiata male, a cominciare dai dialoghi, non di certo banali (come in ogni film di Tourneur) tuttavia alquanto obsoleti nella forma. La pellicola però mostra fin da subito il suo alto potenziale, merito di una splendida fotografia in b/n e di atmosfere sempre più cupe e suggestive, un’immersione vera e propria all’interno di un mondo arcaico e tribale: era questo il motivo per cui “Ho Camminato Con Uno Zombi” faceva davvero paura, provate infatti a immaginarvi uno spettatore americano dell’epoca catapultato davanti a questa società così lontana dalla cultura occidentale (“these people are primitive. Things that are natural to them might shock and horrify you”).
Spesso frettolosamente etichettato come un horror, questo lavoro prodotto da Val Lewton in verità offre poche scene degne di tale nome, lasciando invece spazio al dramma umano di una vicenda costantemente in bilico tra incubo e realtà, come se l’esperienza di Betsy fosse riconducibile anche a una dimensione onirica (oltre che melensa, in alcune fasi). Nonostante un finale sbrigativo che avrebbe meritato un maggior approfondimento, “Ho Camminato Con Uno Zombi” si può ritenere un piccolo classico del genere, anche solo per la sua natura antropologica dove la superstizione di una comunità incute più timore di qualsiasi altra cosa.

(Paolo Chemnitz)

Ciao caro,bella recensione di un ottimo film. Cosa ne pensi di quelli che per me sono i capolavori di tourneur il bacio della pantera e l’uomo Leopardo? Quante stellette daresti a questi film?Grazie.
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Ho visto solo il primo e vale più di 4 stelle. Lo recensirò prima o poi. L’altro lo devo recuperare da una vita
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C’è una versione straordinaria su YouTube, restaurata.
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