
di Ben Wheatley (Gran Bretagna, 2009)
Tutti i primi film di Ben Wheatley, in un modo o nell’altro, hanno lasciato il segno. Un discorso che ovviamente include anche questo originale esordio realizzato nel 2009, un crime movie dove il regista fa le prove generali in vista dei suoi lavori successivi, in particolare l’acclamato “Kill List” del 2011 e la commedia politicamente scorretta “Sightseers” (2012), pellicola quest’ultima che condivide lo stesso medesimo cinismo presente in “Down Terrace”.
Bill e Karl (padre e figlio, anche nella realtà!) sono due criminali di basso rango che agiscono nella provincia rurale non lontano da Londra: durante l’incipit, li incontriamo appena usciti dal carcere dopo un breve periodo di detenzione in seguito a una soffiata. Assaliti da mille dubbi sulla persona che possa aver fatto la spia, i due cominciano a sospettare di alcuni individui a loro vicini che ciclicamente entrano ed escono dalla loro casa. Allo stesso tempo, la fidanzata di Karl (di nome Valda) bussa alla porta di questa famiglia mostrando il pancione al suo compagno, una gravidanza inattesa che scombussola ulteriormente i piani dei nostri protagonisti.
“Down Terrace” può essere definito un crime movie da camera, poiché contrariamente a molte pellicole simili che si svolgono in spazi aperti sfruttando le campagne o le aree urbane, qui accade praticamente tutto all’interno di un piccolo appartamento: con poche migliaia di sterline a disposizione, Ben Wheatley non può fare altro che puntare sui dialoghi (ottimi), sui rapporti interpersonali (non ci si può fidare di nessuno) e su qualche inattesa impennata di violenza (una scena in particolare è alquanto infame, vedere per credere). Ne scaturisce un film povero di azione ma incredibilmente ricco di contenuti, un prodotto tenuto in piedi per un’ora e mezza da una manciata di attori veramente in palla e da una storia che puzza di bruciato minuto dopo minuto.
Davanti a un plot così assurdo, qualcuno potrà anche storcere il naso, ma come abbiamo già visto in “Kill List”, Wheatley non è un regista/sceneggiatore che bada più di tanto alle incongruenze. Se il film scivola via liscio come l’olio, non fa niente se alla fine i conti tornano solo in parte: è esattamente ciò che avviene in “Down Terrace”, un debutto con poche carte a disposizione ma tutte giocate nel miglior modo possibile. Il cinismo (a profusione) può solo accompagnare.

(Paolo Chemnitz)
